martedì 26 agosto 2014

PACE



Avete notato quante persone 'chiamano' alla guerra?
All'odio o anche semplicemente alla diffidenza?

Avete notato quanto clamore sollevano?

Tutti sono pronti ad ascoltarli, sia fra chi condivide le loro ragioni sia fra chi le contesta.
Eppure fanno clamore.
Vengono ascoltati. Le loro parole sono ripetute.
E tutto questo da loro ancora più importanza.

Quanti invece 'chiamano' alla pace?
Chi lo fa non gode di grande audience.
A meno che non sia il Papa o il Dalai Lama.
Ma loro non fanno più notizia.
E poi diciamolo, se fra un milioni di voci che chiedono la pace, un singolo pazzo urla la guerra tutti si fermano ad ascoltare solo lui.
Lui fa notizia.
Contro di lui ci si scaglia finendo per ottenere quello che vuole lui, la guerra, l'odio, la morte.

Perché il male fa notizia e il bene no?
Perché a invocare la pace si viene tacciati di ingenuità?
Perché viene considerato un modo di dire?
La pace è meno seria della guerra?
Ha minore dignità?
Pesa meno?

Ma dimentichiamo una cosa.
La guerra non si fa da sola.
La guerra non si fa solo con le armi.
La guerra non si fa nemmeno con i soli interessi politici o economici.
La guerra la fanno gli uomini come te e me.
E' un uomo che spinge il grilletto o sgancia la bomba.
E' un uomo che produce le armi.
E' un uomo che accetta di uccidere i suoi simili.

Quando qualcuno 'chiama' alla guerra attaccarlo è la peggiore cosa che puoi fare: deve essere ignorato.
Deve essere isolato.
O al limite sommerso dalle risate.
Reso ridicolo.

Lo dico  spesso ai ragazzi: il criminale è un disadattato.
Non va temuto va compatito.
Non li va data importanza.

Allo stesso tempo bisogna 'chiamare' alla pace.

E se serve qualcosa, io vi chiamo alla pace ora.
Tutti quanti.
Per fermare questo massacro continuo.
Tutti quelli che sono capaci di sentirlo: facciamo la pace adesso.