'Chsolu'
lunedì 28 agosto 2017
Non c'è niente da fare
Quello che segue potrà sembrare strano.
Mi sto rendendo conto che la soluzione potrebbe diventare il nuovo problema, o uno dei nuovi problemi. O, comunque, sommarsi ai vecchi così da avere un problema in più.
Cerco di spiegarmi.
Negli ultimi tempi, ad una spiritualità canonica e regolamentata dalle religioni e, per loro, dalle chiese, se ne è diffusa un'altra libera, se vogliamo disordinata, ma spontanea e trasversale. Sembrava una cosa buona e giusta, l'inizio di una rivoluzione irrimandabile e inevitabile oltreché benvenuta.
Invece pare che sia successo quello che è stato per internet: non sono tardati a nascere i nuovi specialisti, i nuovi professionisti della spiritualità, i maestri ed i guru. Guarda caso il fermento è stato incanalato. Si sta incanalando in un discorso coerente, pur nell'apparente contrasto.
E la spiritualità si appresta a divenire religione, con i suoi dogmi, i suoi ministri e le sue chiese.
UN fatto commerciale, in cui tutti vogliono insegnare a tutti quello che hanno appreso da quel maestro paludato e, spesso morto.
Non so se è successo anche a me.
Comunque non voglio succeda.
In più non credo che la spiritualità sia la vera soluzione.
Perché parlare di spirito pare negare il corpo.
Perché tutte le religioni sviliscono il corpo?
Cosa è il corpo se non spirito?
Cosa è lo spirito se non corpo?
Dove voglio arrivare che io non ci sia già?
DI COSA STIAMO PARLANDO ESATTAMENTE?
lunedì 6 febbraio 2017
Pensiero
La natura della realtà non è materiale, è spirituale.
Probabilmente una vibrazione in un campo esteso di energia.
La vita è necessaria a tutto questo, come sarebbero altrimenti possibili la conoscenza, l'sperienza e la sensazione.
Un Tutt'uno di quanti privi di massa che vibrano vicendevolmente in un continuo dove il tempo e lo spazio non hanno senso non sperimenta, non conosce e non prova assolutamente niente: per far questo è necessario che l'Uno divenga Due. Solo così può conoscere: sdoppiandosi in un conoscitore e in un conosciuto.
Questo è il senso della nostra vita.
La materia esiste perché sia possibile la consapevolezza dell'Uno stesso.
La materia non è antagonista dello spirito.
La materia è spirito.
La vita cosiddetta terrena è parte di quella ultramondana: sono la stessa cosa.
Anzi, l'unica vita è questa.
L'unica conoscenza, l'unica esperienza e l'unica consapevolezza nascono qui.
Non serve a niente aspettare.
L'unico momento è questo.
Probabilmente una vibrazione in un campo esteso di energia.
La vita è necessaria a tutto questo, come sarebbero altrimenti possibili la conoscenza, l'sperienza e la sensazione.
Un Tutt'uno di quanti privi di massa che vibrano vicendevolmente in un continuo dove il tempo e lo spazio non hanno senso non sperimenta, non conosce e non prova assolutamente niente: per far questo è necessario che l'Uno divenga Due. Solo così può conoscere: sdoppiandosi in un conoscitore e in un conosciuto.
Questo è il senso della nostra vita.
La materia esiste perché sia possibile la consapevolezza dell'Uno stesso.
La materia non è antagonista dello spirito.
La materia è spirito.
La vita cosiddetta terrena è parte di quella ultramondana: sono la stessa cosa.
Anzi, l'unica vita è questa.
L'unica conoscenza, l'unica esperienza e l'unica consapevolezza nascono qui.
Non serve a niente aspettare.
L'unico momento è questo.
mercoledì 23 marzo 2016
Regole
E' tipico delle religioni dettare regole.
Definire come si prega o cosa significa meditare: come si giungono le mani, come ci si siede o ci si inginocchia. Come entrare in chiesa o nella Moschea, Sinagoga o Tempio che sia. Se coprirsi o meno la testa e con cosa, se togliersi o meno le scarpe. Quando alzarsi e quando sedersi.
Ci sono regole riguardo ai libri ritenuti sacri, così come per i cibi e le bevande; viene precisamente elencato e stabilito cosa leggere, le preghiere da dire, le formule da usare e soprattutto il contrario.
Ecco non esiste religione che non vieti qualcosa, magari anche solo una piccola cosa inutile.
A volte, la maggior parte in verità, i divieti sono tanti e non ci si limita a guardare storto il trasgressore. Lanci la prima pietra la religione che non ha mai ucciso in nome di se stessa.
La spiritualità è esattamente il contrario.
Per questo le religioni la temono.
Tutto dipende da te.
Ogni gesto diverrà sacro a tuo piacimento, se lo vuoi, perché tutto è sacro e niente lo è.
L'uomo spirituale non vieta niente a nessuno.
Non impone preghiere o posizioni o diete particolari.
Non impone libri.
L'uomo spirituale accoglie tutto, ama tutto, accetta tutto e il suo contrario perché sa che tutto è Uno e la spuiritualità è ritornare all'essenza di tutte le cose, di se stessi in particolare.
lunedì 21 marzo 2016
Tutto e Uno
Domanda: Cosa significa che tutto è Uno?
Risposta: Sono sole parole e, in fin dei conti, potremmo usarne di diverse, ma il senso è che c'é una sostanziale unità in tutto ciò che esiste. Non ci sono differenze, distinzioni e separazioni nella realtà, che è una. L'esistenza è univoca, solidale e coincidente. Comprende tutto, spiega tutto, coincide con tutto ed è la ragione finale di Tutto. Potrei spiegartelo in modi ancora più complicati ma alla fine la verità è una: Tutto è Uno. Per lo stesso motivo, l'unità, l'essenza, la realtà finale è anche tutto ciò che esiste, l'unica cosa che è reale, proprio in quamto realtà: l'Uno è Tutto.
Domanda: Cosa intendi per tutto?
Risposta: Tutto è la realtà. Tutto ciò che esiste, che è esistito, che esisterà e che poteva o potrebbe esistere ma non lo ha fatto. E' l'insieme delle possibilità, delle variabili e delle probabilità. Non solo: il tutto è materiale ma è anche immateriale; lo sono pure i sogni, le speranze e perfino le illusioni e gli inganni. Tutto ciò che c'é ma anche ciò che non c'é: Tutto è un'altro modo per nominare l'universo infinito, la moltitudine stessa che è - comunque - una.
giovedì 10 marzo 2016
Apocalisse
Tutto ciò che esiste è Uno.
Nell'Uno non c'é conoscenza,
né cambiamento, né cammino.
Non c'è nascita né morte,
né perdita né guadagno.
Questa è la realtà ultima:
non ci sono distinzioni.
Per conoscere devi distinguere.
Avrai te e qualcosa di diverso;
l'osservatore e l'osservato,
tu e le milioni di cose.
L'Uno si conosce dividendosi.
Ecco la creazione e l'inizio delle cose:
l'Uno che conosce se stesso.
Ecco l'inferno, la dannazione ed il peccato:
l'Uno che dimentica l'Uno.
Ecco la liberazione, la realizzazione e la vita eterna:
l'Uno consapevole dell'Uno.
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