"Tutto è uno è un saggio scritto da Michael Talbot, pubblicato nel 1991 negli U.S.A. e nel 1997 in Italia, che descrive con grande ricchezza di fonti scientifiche sperimentali la possibilità di una visione olografica della realtà.
Nella parte iniziale ci viene descritto cosa sia un ologramma, di cui è dato anche un grafico dettagliato. In seguito, spaziando dalla fisica alla psicologia, gli studi che l'autore porta alla nostra attenzione sono quelli di nomi famosi quali Karl Pribram, Einstein, Bohr, Bohm, il famoso psichiatra Stanislav Grof. Una vasta costellazione di studi distinti, condotti in campi diversi, che concorrono a disegnare la trama di una ipotesi: l'ipotesi della scienza olografica. La presentazione di questi studi distinti è intervallata da suggestive citazioni letterarie di poesie di William Blake e scritti di Sant'Agostino e Proust, disegnando la prospettiva filosofica di un universo in cui in ogni singolo elemento, ad es. l'uomo stesso, è possibile rinvenire la struttura completa del Tutto.
Viene data la descrizione verbale e grafica di un ologramma. Viene poi discussa la possibilità di un modello olografico per tutto l'universo, suggerendo che tale modello possa spiegare ad es. le sincronicità, cioè le cosiddette coincidenze. Vengono citati gli studi condotti nel 1987 da Robert G. Jahn, fisico, e Brenda J. Dunne, psicologa, riguardanti l'interazione psichica della mente con la realtà materiale. A seguire, l'autore propone di approcciarsi anche a campi della conoscenza come la fisica quantistica senza il timore reverenziale che già la denominazione suscita, penetrando quell'alone di paura che ci blocca, ovviamente senza arroganza, senza andare superficialmente ad intuito, dilettantisticamente, bensì seguendo il rispetto sempre per la competenza, per le persone che comunque hanno studiato e indagato e ci presentano dati scientifici; senza bloccarci nel timore, nel timore di comprendere, andando dunque davvero in fondo alle problematiche con curiosità e gioia, volendo davvero chiederci, con onestà, se tale conoscenza ci arricchisce, se dice anche qualcosa per noi, se può esserci comunicata in maniera chiara, questa conoscenza, non volutamente resa oscura per la persona comune; vedere se noi, noi stessi come persone siamo parte di questa conoscenza, o se invece noi siamo una cosa e la conoscenza sia una realtà distante e misteriosa diversa da noi come persone; osservare e valutare da noi stessi se con onestà ci si aprono nuovi spiragli in una realtà altrimenti ben triste, dove il miglioramento personale ci è precluso o è congelato in rigidi dogmi che non comunicano più energia vitale, passione di fare, entusiasmo per la vita, passione di realizzare qualcosa in condivisione con gli altri; una realtà forse in cui la conoscenza è asettica, priva di vita, frammentata in settori non comunicanti tra loro e relegata solo agli addetti ai lavori; una realtà priva della possibilità che una persona possa trarre dai più vari studi una visione d'insieme per arricchirsi e elevare il proprio livello di consapevolezza. La stessa espressione livello di consapevolezza - che è la cosa più semplice preziosa e vitale - viene spesso resa volutamente così contorta e complessa da scoraggiare il lettore che, onestamente, vorrebbe arricchirsi e migliorarsi soprattutto come persona, e non solo come serbatoio di nozioni mentali combattenti le une contro le altre. Infine Talbot espone gli studi mirabili dello psichiatra Stanislav Grof, che davvero ci fanno entusiasmare, aprendo la nostra visuale, il modo in cui vediamo la realtà. Sperando sempre che non vi sia eccesso di antagonismo e soppressione, però, cercando di spegnere davvero il fuoco della rabbia in noi, contemplando, semplicemente contemplando, con calma, nuove possibilità proposte anche da antichi studi come quello citato di Grof, moderando il nostro antagonismo, davvero cercando di valutare in modo ecologico l'effetto di nostre critiche, rabbie, avversioni, ecologico nel senso di cercare onestamente di prevedere a lungo termine che effetto avranno sugli altri esseri, a lungo termine, le nostre parole di rabbia, perché non è nella conoscenza asettica, nella polemica sterile, ma in un silenzioso e contemplativo arricchimento interiore la possibilità di crescita che abbiamo come esseri, crescita nostra personale, crescita nel miglioramento nel rapporto che abbiamo verso gli altri, essendo davvero persone migliori verso gli altri, migliori spiritualmente."
cfr. Wikipedia, Tutto é Uno.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento, é prezioso per me.