lunedì 29 aprile 2013

Non è possibile avere sempre successo

    U.G.: Se raggiungete tutti gli obbiettivi che avete posto davanti a voi, il successo, il denaro, la fama, una buona posizione, il potere, allora siete felici. Nell'ottenimento di queste cose voi lottate duramente. Ci mettete una grande quantità di volontà e di sforzo. Se avete successo non avete problemi. Ma non è possibile avere sempre successo -- lo sapete no. Ma in qualche modo coltivate la speranza che a voi sarà possibile avere sempre successo. Se non riuscite, siete frustrati. Ma la speranza va avanti. Sia in ambito materiale, che in quello spirituale, c'è il desiderio di riuscire a raggiungere l'obbiettivo che vi siete preposti. Dovete darmi una mano. Non sono qui a tenere un discorso. Io chiedo sempre alla gente che viene a trovarmi di essere molto chiari circa ciò che vogliono. "Voglio questo", "non voglio quello". Va tutto bene. Se individuate chiaramente cosa volete veramente, allora riuscirete a trovare il modo ed i mezzi per arrivare alla vostra meta. Sfortunatamente la gente vuole un mucchio di cose nello stesso tempo. Così voi raggruppate tutti i vostri desideri, in un desiderio basilare, dato che tutti i desideri sono una variante di un unico desiderio.
Voi negate il mio suggerimento che l'uomo vuole essere sempre felice, senza neanche un raro momento di infelicità, o vuole un piacere permanente senza il dolore, ma questo come dicevo pocanzi è fisicamente impossibile. Il corpo non può trattenere nessuna sensazione sia piacevole o dolorosa per lungo tempo. Se lo fa, distruggerà la sensibilità degli organi di percezione e la sensibilità del sistema nervoso.
Nell'attimo in cui riconoscete una particolare sensazione come piacevole, subentra subito la richiesta affinché questa sensazione duri a lungo ma, tutte le sensazioni, indipendentemente dal fatto che siano più o meno intense, hanno una durata limitata. Il problema nasce quando separate voi stessi dalle sensazioni piacevoli ed iniziate a pensare come potete estendere il limite di quelle sensazioni, o dei vostri momenti di felicità. Richiedendo che una sensazione duri più a lungo della sua durata naturale, il pensiero ha creato i problemi per il funzionamento di questo corpo, e questi problemi a loro volta sono diventati problemi neurologici.
Il corpo sta facendo l'impossibile per gestire questi problemi, anche se il pensiero, gli rende difficile trattare le cose nel modo naturale, per la semplice ragione che voi state provando a risolvere questi problemi a livello psicologico o religioso. Ma questi problemi sono neurologici, e se lasciate fare al corpo esso farà un lavoro migliore di quanto state facendo voi cercando soluzioni a livello psicologico o religioso. Tutte le soluzioni che ci sono, vengono dall'esterno, e le soluzioni che abbiamo adottato per secoli, non hanno portato niente di buono tranne forse un poco di sollievo. Un palliativo per aiutarci a sopportare le nostre pene. E in ogni caso non ci siamo liberati dalle pene perché pensiamo di risolvere il problema con lo stesso strumento che lo ha creato. Il meccanismo del pensiero può solo creare i problemi.  Ma non può mai, dico mai, risolverli. Se il pensiero non è lo strumento per risolvere i problemi, c'è qualche altro strumento? Io dico di no! Esso li può solo creare, non  può risolverli. Quando questa comprensione sorge in voi, allora capite che l'energia che c'è nel corpo, che è una manifestazione della vita, tratta ogni cosa in modo estremamente semplice, molto meglio del vostro intricato sistema di idee che avete elaborato per gestire questi problemi.
 
D: Cioè intendi che quando hai un problema, semplicemente lo abbandoni a se stesso?
 
U.G.: Vedi, se la metti in questo modo, sorge l'esigenza da parte della persona che fa questa domanda, di sapere come fare ad abbandonarlo a se stesso. Non puoi farlo. Puoi solo dire che lo abbandoni a se stesso. Naturalmente la domanda successiva sarebbe: come posso abbandonarlo senza l'interferenza del pensiero? Non c'è un come. Se il suggerimento di come fare vi viene dall'esterno, venite presi nello stesso circolo vizioso. Questo spiega perché tutte queste terapie così diffuse oggi, e tutti questi guru che prosperano in questo mercato dello spirito, e che vi stanno suggerendo un mucchio di tecniche, stanno solo creando un tremendo peso. Non stanno alleggerendo il carico che ci troviamo a  sopportare oggi, ma anzi lo stanno accrescendo . Questi sistemi e queste tecniche non possono essere di nessun aiuto, eccetto forse un leggero effetto come palliativo, che vi aiuta per un momento a sopportare le vostre pene. Nello stesso tempo, stanno disturbando l'intera chimica del corpo senza aiutarvi a risolvere niente.
 
D: Stanno disturbano la chimica?
 
U.G.: Si, disturbano la chimica del corpo, e nel contempo producono ogni sorta di aberrazioni che voi chiamate esperienze spirituali. I vostri esercizi di respirazione, i vostri esercizi di yoga, le vostre meditazioni, stanno disturbando la chimica dell'organismo ed il  ritmo naturale del corpo; esattamente quello che succede con tutte queste droghe che la gente prende. Voi dite che le droghe sono dannose, ma in effetti queste cose sono ancora più dannose delle droghe. Non vi sto suggerendo di prendere droghe, ma esse hanno gli stessi effetti di tutte queste terapie, psicologiche o spirituali, che vi sono fornite giorno dopo giorno. Il fatto è che queste vi danno qualche piccolo sollievo, come gli analgesici -- Voi avete mal di testa e non lasciate al corpo la possibilità di gestirlo neanche per un momento, correte fuori e comperate qualche analgesico o un aspirina, o qualche altra medicina. Esattamente allo stesso modo questi rimedi rendono difficile al corpo produrre i rimedi naturali che gli sono propri per gestire queste  pene. Il corpo possiede in se tutti gli allucinogeni come parte del suo sistema. Esso vuole controllare le pene ed eliminarle. Però conosce solo le pene fisiche, e non ha nessun interesse nelle vostre pene psicologiche. Le soluzioni che vi vengono offerte invece,  riguardano solo l'ambito psicologico, e non quello fisico.
Se voi pigliate una aspirina, per esempio, questa distrugge la capacit&agrav e; del corpo di trattare il dolore in modo del tutto naturale. Non sto suggerendovi di cambiare i vostri rimedi rivolgendovi a qualche rimedio naturale come la  macrobiotica o a qualche altro buffo espediente. Anche queste sono dannosi e viziosi come gli altri rimedi.
 
D: Dicci chiaramente qual'è allora il tuo consiglio quando abbiamo un problema?
 
U.G.: Voi non potete fare altro che creare i problemi. Create il problema ma non lo studiate. Non state trattando con i problemi. Voi siete più interessati alle soluzioni che ai problemi. Questo vi rende difficile osservare, studiare il problema. Io vi suggerisco "Guardate bene, voi non avete problemi." Voi asserite con tutta l'enfasi che potete, e con grande animosità "Guarda, io ho un problema." Va bene, hai un problema. Quel problema di cui stai parlando non è una cosa che può essere indicata e di cui si può dire "Questo è il problema". I dolori fisici sono reali. In quel caso andate dal medico, lui vi da una medicina, che può essere più o meno buona, più o meno tossica, e questa produce qualche sollievo, anche se di breve durata. Ma le terapie che questa gente vi sta fornendo intensificano solo il vostro non esistente problema. State solo cercando le soluzioni. Se ci fosse qualche cosa di vero in queste soluzioni che vi vengono offerte, il problema dovrebbe essere risolto. Ma il problema è ancora presente e voi non mettete mai in discussione le soluzioni che questa gente vi sta offrendo.
 
Se voi metteste in discussione le soluzioni che vi sono offerte da quelli che vendono queste cose nel nome della santità, dell'illuminazione , della trasformazione, voi trovereste che in effetti non sono le soluzioni. Se fossero state le soluzioni, avrebbero dovuto produrre i risultati voluti ed avrebbero dovuto liberarvi dal problema. Ma questo non è successo. Ma voi non mettete in discussione le soluzioni perché avete questo sentimento: "Chi ci sta proponendo queste cose non puo ingannarci, non può essere una fregatura". Voi lo reputate un illuminato o un dio che cammina sulla faccia della terra. Quel dio magari può illudersi, e distruggersi, magari indulge in questo auto- inganno tutto il tempo e vi vende questa roba, questa merce scadente.
Voi non mettete in discussione le soluzioni, perché in quel caso dovreste mettere in discussione anche coloro che vi forniscono queste soluzioni. Ma voi siete convinti che non possono essere disonesti, un santo non può essere disonesto. Eppure dovete mettere in discussione le soluzioni perché non hanno funzionato. Perché non le testate? --  non testate la validità di queste soluzioni? Quando vi rendete conto che non funzionano, dovete gettarle via, buttarle nella spazzatura. Ma non lo fate perché c'è la speranza che in qualche modo quelle soluzioni vi daranno il sollievo che cercate. Lo strumento, il pensiero, che voi state usando, è poi quello che ha creato il problema, quindi non accetterà mai e poi mai la possibilità che quelle soluzioni siano una fregatura. Ma esse non sono affatto la soluzione. La speranza vi tiene in  movimento. Tutto ciò vi rende difficile guardare il problema. Se una soluzione fallisce, voi andate da qualche altra parte e adottate un'altra soluzione. Correte in giro a comprare soluzioni e neanche per un momento chiedete a voi stessi "Qual'è il problema?" Io non vedo problemi. Vedo solo che voi state cercando la soluzione e che venite qui e fate la domanda. "Vogliamo un'altra soluzione".  Io dico: "Queste soluzioni non vi hanno aiutato per nulla, così perché ne cercate un'altra?" Allungherete solo la vostra lista di soluzioni, per trovarvi alla fine esattamente al punto di partenza. Se vedete l'inutilità di una, le avete viste tutte. Non dovreste provarne una dopo l'altra. Quanto sto suggerendo è che se quella fosse stata la soluzione, essa avrebbe dovuto liberarvi dal problema. Se quella non è la  soluzione, allora non c'è nulla che possiate fare; e così il problema non esiste.
Voi non avete un reale interesse a risolvere il problema, perché ciò sarebbe la vostra fine. In realtà volete che il problema rimanga. Volete che la fame rimanga perché se non aveste fame non andreste a cercare il cibo da questi così detti santi. Loro vi stanno dando solo degli scarti, pezzetti di cibo, e voi siete soddisfatti. Assumete pure per un momento che vi possano dare un mucchio di cibo, cosa che per altro non possono fare, vi darebbero comunque le briciole per  tenervi legati a loro. Pezzetto dopo pezzetto. Così voi non state trattando il problema della vostra fame, siete maggiormente interessati  ad ottenere un poco di più da coloro che vi promettono soluzioni invece di trattare il vostro problema della fame. Siete solo interessati ad ottenere altre briciole.
 
D: È come vedere un film che fluisce dalla realtà. U.G.: Voi non guardate mai il problema. Cos'è il problema? La rabbia per esempio. Non voglio discutere tutte queste sciocchezze che sono state dibattute per secoli. La rabbia. Dov'è  quella rabbia? Potete separarla dal funzionamento di questo corpo?
È come un' onda con l'oceano. Potete separare l'oceano dalle sue onde? Potete solo sedervi ad aspettare che le onde cessino, così potrete prendervi un bagno, come il Re Canute che sedette per anni e anni sperando che le onde nell'oceano sarebbero scomparse, ed egli avrebbe potuto prendere il suo bagno nel mare calmo. Ma ciò non succederà mai.
Voi potete sedervi ed imparare tutto sulle onde e sulle maree, l'alta marea e la bassa marea,  (gli scienziati ci hanno dato tutti i tipi di spiegazioni), ma il conoscere quelle cose non vi sarà di nessun aiuto. Voi non state assolutamente trattando con la rabbia. Dove sentite quella rabbia prima di tutto? Dove sentite tutti i vostri così detti problemi da cui volete liberarvi? ... I desideri, i desideri brucianti. Il desiderio vi brucia. La rabbia vi brucia. Ma le vostre soluzioni, ed i vostri mezzi per realizzare i desideri rendono  impossibile che quei desideri e quella  rabbia consumino se stessi.  Dove sentite la paura? Essa è lì all'interno del vostro stomaco. È parte del vostro corpo. E voi state cercando di sopprimerla per ragioni spirituali o sociali. Non ci riuscirete. La rabbia è energia, un tremendo scoppio di energia. E cercando di distruggere quell'energia con ogni mezzo, state distruggendo l'espressione della vita stessa. Diventa un problema solo quando cercate di fare qualche cosa con questa energia. In realtà non avete a che fare con la rabbia, ma con la frustrazione. Così per prevenire quella situazione che vi ha creato problemi nelle vostre relazioni o nella comprensione di voi stessi, volete essere preparati ad affrontarla quando si  ripresenter&agrav e; in futuro. Lo strumento che state usando è lo stesso che usate quando c'è uno scoppio di rabbia e che non vi ha aiutato a liberarvi da essa. Voi non vorreste venire in contatto con niente altro, fosse anche straordinario, che questo strumento che avete usato per tutti questi anni ed allo stesso tempo sperate che, magari domani, queste cose vi aiuteranno a liberarvi dalla rabbia. È la solita vecchia speranza. D: Ma se qualcuno è molto arrabbiato lui o lei possono diventare  violenti. U.G.: Quella violenza è assorbita dal corpo.
 
D: Ma puo diventare una minaccia.
 
U.G.: Per chi?
 
D: Le altre persone. U.G.:  Si. e cosà altro? D: Può correre in giro con un coltello. U.G.: Che altro?
 
D: Uccidere qualcuno. U.G.:  Si. Non pensi alle guerre dove si uccidono migliaia e migliaia di persone, senza che loro ne abbiano alcuna colpa. Perché limiti la condanna ad una reazione che è naturale, e non condanni le nazioni che scagliano addosso quegli ordigni tremendi a gente indifesa? Le chiami sane? Entrambe le due azioni sono nate dalla stessa sorgente. Più a lungo cercate di sopprimere la vostra rabbia qui, più voi indulgerete in queste atrocità e le giustificherete, perché sono il solo mezzo per proteggere il vostro modo di vivere e di pensare. Queste due cose vanno assieme. Perché giustifichi una cosa del genere? Quello è insano. Quella gente non vi sta attaccando direttamente, ma minaccia il vostro modo di vivere. C'è un pericolo a causa di qualcuno che sta cercando di portarvi via ciò che voi considerate essere le vostre cose preziose. L'idea di fermare quest'uomo dall'agire quando ha uno scoppio di rabbia è esattamente la stessa cosa. Le religioni hanno detto che un uomo arrabbiato sarà un antisociale. Ma più a lungo lui cercherà di praticare la virtù, più a lungo resterà un antisociale, e le sue azioni saranno caratterizzate dalla rabbia.
Quando quella meta che la società vi ha posto davanti, quando quell'obbiettivo che voi avete adottato come ideale da raggiungere, se ne saranno andati, voi non danneggerete più nessuno, ne individualmente, ne come nazione. Dovete guardare in faccia la rabbia. Ma voi state trattando con cose che non hanno nessun rapporto con la rabbia, non gli permettete mai di bruciare se stessa esattamente là dove si origina e funziona. Fare le vostre terapie, prendere a calci un cuscino, colpire questo, quello o quell'altro, è soltanto una presa in giro. Non libera una volta e per sempre l'uomo dalla rabbia. D: Picchiare un cuscino?
 
U.G.: Si è quello che usano fare in alcune terapie.

IL CORAGGIO DI ESSERE SE STESSI Dialoghi in Amsterdam tra U.G. e alcuni amici
Titolo originario: "The courage to stand alone"
Tratto dai nastri di: Henk Schonewille
Trascritto in internet da: Ellen Chrystal
Traduzione di: Piazza Pierluigi
Supervisione: J.S.R.L.Narayana Moorty

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