giovedì 16 maggio 2013
Viaggio a salire
Ho pensato di fare un viaggio. Un viaggio con l'immaginazione intendo.
Ho pensato di immaginare di salire verso l'alto, così come sono, dalla sedia su cui lavoro davanti al pc.
Non una salita vertiginosa, qualcosa di piuttosto lento, direi. Pochi centimetri alla volta, per iniziare, poi vedremo se sarà il caso di aumentare la velocità; ho sempre tempo per accellerare più avanti se sarà il caso.
Ecco, adesso sono già abbastanza in alto, almeno un paio di metri rispetto a prima: la testa sfiora il soffitto e sono ancora più contento di non avere lampadari a ciondolare giù dal soffitto. E' una sensazione strana, ti fa vedere le cose in un modo molto diverso; è qualcosa di simile a stare affacciati alla finestra del primo piano: non sei così in alto ma se pur sempre in alto. La prospettiva comunque cambia: la stanza sembra più grande e si vedono particolari che prima non potevo notare. La stessa cosa succede salendo ancora un pò, al livello del secondo piano, ovviamente è il caso di uscire di casa, ma io sto immaginando e quindi non ho bisogno di andare troppo per il sottile.
Ecco qua il giardino. A questa altezza le cose iniziano a sfumare, ma è una cosa che già conosco: adoro stare affacciato sul balcone a guardare il giardino. E' quello che viene chiamato visione d'insieme: mentre lavori nel giardino vedi le singole piante - anche i singoli fili d'erba - i fiori e così via ma non vedi il giardino. Adesso vedo il giardino ma non ancora per intero. Per farlo devo alzarmi di qualche metro.
Ecco qua, circa cinque metri sopra il tetto di casa: adesso il giardino si vede proprio bene ed è proprio un giardino e non un insieme di piante, prato, fiori, e così via. Ora vedo anche la casa, o almeno il tetto, e riesco a vedrela insieme al giardino. Vedo il loro rapporto, come stanno l'uno con l'altra e sono sicuro che se mi alzo ancora un po' riuscirò ... vediamo... ecco... si!
Wow.
Non ci avevo pensato.
La mia casa e il giardino sono una cosa sola ma non è finita qui.
Non sono soli. Ci sono altre case con giardino e da qui si vede bene la loro unità. Non sono tante case con giardino ma sono un quartiere.
Non vedo più la mia scrivania, anche se posso immaginare di farlo, ma vedo quaklcosa che prima non vedevo. Il mio quartiere ha un suo profilo, un suo carattere, Le persone che si muovono, poche a dir la verità, ne fanno parte allo stesso modo delle piante e delle case. Sono il mio quartiere, adesso lo vedo bene.
Salgo ancora un po' ed ecco che la prospettiva si allarga e cosa vedo? Vedo il paese dove vivo: quartieri di case nuove, strade, campi, case più vecchie, auto... Via via che salgo le proporzioni si riducono ed i contorni e i limiti si assottigliano.
Il mio paese, quelli accanto, altri campi e strade e ferrovie.
Da questo punto di osservazione vedo ammassi di cubetti grigi e marronii che si allargano tra vaste aree verdi e gialle: la provincia dove vivo.
Salendo ancora scorgo ancora i particolari più grandi: il fiume le montagne, le colline, città più grandi.
Voglio andare avanti, è necessario aumentare la velocità.
Ecco qui la mia Italia, ma è solo un momento, adesso la scorgo appena, vedo l'Europa, il suo profilo familiare che diventa immediatamente più opiccolo e sfuggente, tutto si rimpicciolisce, i colori si mescolano, l'orizzonte si incurva, la temperatura diinuisce.
Ora capisco cosa hanno pensato i primi cosmonauti a vederla da quassù.
Non avete idea di quanto sia bella, la Terra.
Distinguo a malapena i contorni dei continenti, ho davanti un unico, solo fragile pianeta che fa quasi tenerezza con la sua tenue luce azzurra sullo sfondo dello spazio nero.
Lo spazio.
Non è finita qui, sto continuando a salire. perpendicolare rispetto all'eclittica.
Ecco la Luna, Venere, Mercurio, il Sole, e tutti gli altri. Saturno è uno spettacolo, è esattamente come me lo sono sempre immaginato. Anche perché me lo sto immaginando.
Si rimpiccioliscono anche loro verso il basso, all'orizzonte ed ecco che non distinguo più i diversi pianeti, vedo tutto il sistema solare: una macchia chiara che sparisce verso il fondo.
Tutto è più nero ma è solo un'istante. Ecco altre macchie, altre stelle con i loro pianeti. mamma mia ma quante sono? per un a ttimo mi sembra di aver messo la testa dentro un alveare. Sono troppe, c'é una luce pazzesca!
Era la via lattea, ora riesco a distinguerne i bordi, mentre anche lei sfugge verso il fondo.
Ma è solo questione di un attimo perché subito dalle mie spalle spuntano altre migliaia di galassi e nebulose e altre cose strane. Non è più buio, ci sono tutti i colori del mondo.
Mentre continuo a salire (?) nel mio campo visivo entrano altre milioni di oggetti che non riesco neppure ad immaginare e ho difficoltà persino a pensare.
Queste cose esistevano anche mentre ero seduto al mio tavolo a scrivere, solo che non le vedevo.
Il mio tavolo esiste ancora anche se non lo vedo più.
g.
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