mercoledì 13 febbraio 2013

Dimissioni di Papa Benedetto XVI (2005-2013)

Premessa

Le seguenti righe non vogliono essere polemiche né offensive. Sono solo riflessioni scaturite dagli avvenimenti degli ultimi giorni. Sono del tutto personali e non vogliono avere nessuna pretesa di validità assoluta. si tratta al limite di ipotesi o, se volete, di  pure e fantasiose congetture; utili, al limite, a stuzzicare la fantasia e la conversazione tra una portata e l'altra.

Postilla

La cosiddetta, rinuncia, del Papa, mi ha colto completamente di sorpresa e non per motivazioni di tipo devozionale, politico o roba del genere ma casomai di tipo storico, anche se l'analisi storica della contemporaneità in azione è senz'altro quella del tipo più difficile.
Pochi, in questo frangente, hanno puntato il dito sul problema fondamentale: queste sono le prime vere e proprie dimissioni di un pontefice romano dall'istituzione del ministero petrino. Le prime due furono effettuate dai due pontefici nel procinto di essere incarcerati nel campo di prigionia in Sardegna, avendo il martirio ben chiaro di fronte. La terza vicenda di dimissioni è avvenuta nell'ambito di una vicenda intricata di deposizioni, ritorni, scomuniche ed esili che non giova alla contestualizzazione di quelle stesse. L'ultima, quella di Celestino V, è l'unica che può essere avvicinata al nostro caso, ma fu seguita dall'imprigionamento e dalla morte in vincoli dello stesso papa, proprio per paura che qualcuno non ne riconoscesse il successore.
Ecco: ad oggi tutti ne parlano, ma le dimissioni non sono di fatto previste dal diritto canonico, se non con l'eccezione, già prevista  e proposta dal futuro Bonifacio VIII, che il papa può fare in effetti quello che vuole, (ovviamente detto in maniera più elegante).
Per questo motivo, al Ratzinger, dovrà essere imposto il  totale silenzio e de facto la morte civile. Non potrà più comparire né farsi vivo ma solamente, come ha detto lui stesso, collaborare con la chiesa unicamente con una vita di preghiera e meditazione, sepolto vivo in clausura.

Riflessione interlocutoria

Perché una personalità che ha caratterizzato teologicamente gli ultimi trent'anni della Chiesa Cattolica, prima come effettivo braccio destro del papa e poi come papa lui stesso, decide di sua spontanea volontà di tapparsi la bocca in questo modo per gli anni a venire?

Ipotesi

- Ha veramente scoperto di essere più vecchio di quanto pensasse di essere e onestamente, ma solo in senso umano corrente e non in quello ecclesiastico,  ha pensato di lasciare la mano a qualcuno più giovane, che comunque è difficile che abbia meno di settanta anni, (mas non impossibile).
- Ha piuttosto avvertito chiaramente, da uomo intelligente e preveggente qual'é, che la barca sta finalmente affondando e che il parziale risveglio dell'ultimo decennio di Giovanni Paolo I è stato solo il canto del cigno del papato o, almeno, della sua corrente all'interno della Chiesa, quella più intransigente e conservatrice. (In questo senso andrebbe quindi interpretata la sua ammissione di impotenza di fronte alle sfide fututre da affrontare.)
- Il papa, ormai, rimasto in minoranza per motivi di età di fronte ad altre correnti emergenti, sarebbe stato consigliato a farsi da parte con l'unico gesto clamoroso che sarà ricordato del suo peraltro anonimo pontificato. (Il ché spiegherebbe la prontezza con la quale è stata illustrata l'altrimenti inedita procedura da tenere nel mese a venire)


Giovanni Vannucchi

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