venerdì 1 marzo 2013

Spiritualità - seconda parte




Prima di affrontare i problemi che mi stanno più a cuore, ci tenevo a fissare alcuni punti fermi, anche se comunque generali.
Lo scopo di questo Centro è coltivare la spiritualità.
Quella dei soci prima di tutto, ovviamente.
Perché per fare qualcosa, qualsiasi cosa, è necessario fortificarsi, crescere.
Non possiamo dare niente, se non abbiamo niente.
Cosa mai possiamo insegnare, se non sappiamo niente?
Chi scopre qualcosa, un nuovo ristorante mettiamo, che nessuno ha mai visto, che nessuno conosce, non può negarsi la gioia di farlo vedere a tutti gli altri.
Per questo motivo, bisogna prima coltivare la nostra spiritualità, nei modi che preferiamo e ce ne sono tantissimi.
Bisogna però avere chiaro cosa è la spiritualità, di cosa si occupa,quale parte della nostra vita interessa.
Io credo che la spiritualità sia un bisogno primario dell’uomo, al pari di mangiare, bere, dormire e riprodursi.
E’ l’attività dello spirito.
Sicuramente può presentare aspetti diversi ed in un certo senso, anche la scienza, la filosofia, l’arte e molte altre cose ancora fanno parte della sfera spirituale della nostra esistenza.
Chiederci chi siamo e da dove veniamo.
Chiederci il perché delle cose.
Tentare di dare risposte ai nostri dubbi ed alle nostre paure.
Risposte di ogni tipo, a seconda dei tempi, delle stagioni e dei momenti.
In questo modo, in questa accezione, considerandola come una risposta al nostro bisogno di porci domande e di trovare un qualche tipo di soluzione, la spiritualità diventa qualcosa di assai grande.
La scienza e la tecnica sono, quindi, risposte.
La musica, la pittura, la scultura e tutte le arti, sono possibili risposte.
La letteratura è un tentativo di risposta.
Come la filosofia e la mitologia.
Anche il misticismo lo è.
E la religione?
La religione, in realtà, non è una risposta ma è la formalizzazione di un certo tipo di risposta. Quando si occupa di formalizzare altri tipi di risposta si chiama, invece, ideologia, ideale, teoria scientifica, legge, e così via.
La religione scende in campo quando buona parte del lavoro è già stato svolto, definendo e raccogliendo le risposte che sono state date, in modo che abbiano un loro ordine e rigore formale, uniti ad un senso di definitivo ed immutabile.
Quindi la spiritualità è la base imprescindibile della religione come degli altri ‘sistemi’.
La religione, appunto, fissa e, in fin dei conti, cristallizza per sempre, un qualcosa che al contrario nasce del tutto libero nell’animo di ogni uomo, nei miliardi di sfumature possibili.
Quando io dico che è necessario crescere ed accrescere la nostra spiritualità, mi riferisco a questo, al sentimento mobile, universale, perfettamente umano e connaturato, di ricerca di risposte, e quindi di senso e significato, che ci serve per vivere al pari di ciò che mangiamo o vestiamo.
Per trovarlo e coltivarlo, secondo me, bisogna entrare con entrambi i piedi nel letto del fiume delle religioni, affondandovi le braccia fino al gomito, in modo da ritrovare il bandolo spirituale perso nell’intrigo della matassa dogmatica e tradizionale.
Per trovarlo sarà necessario andare oltre le chiese, tutte le chiese, e le tradizioni. Dovremo fare un grande sforzo per tagliare tutto ciò che c’è di superfluo, inutile o addirittura dannoso. Per questo sarà necessario studiare e soprattutto indagare noi stessi, nella meditazione.

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