lunedì 4 marzo 2013

Spiritualità - parte terza



Una volta in un libro ho letto una storia che parlava di un gatto fastidioso che viveva in un monastero.
L’animale continuava a camminare in mezzo ai monaci ed a distrarli con la sua lunga coda ondeggiante e con i suoi miagolii striduli, anche quando questi meditavano, pregavano o compivano qualche rituale. Un monaco decise di legare il gatto durante le funzioni religiose. Qualche giorno più tardi ci fu una lunga discussione su chi dovesse legare il gatto, su chi dovesse scegliere chi legava il gatto, su come e dove dovesse essere legato e così via. Per evitare discussioni, l’Abate dettò delle semplici regole sulla legatura del gatto. Ben presto divenne un’abitudine legarlo e se questo dormiva, lo si svegliava per poterlo legare e se per caso non si trovava perché era a caccia di topi, si ritardava la funzione finché il gatto non fosse stato trovato e legato nel modo corretto. L’abate morì e quello successivo proseguì nell’usanza, confermandola e scrivendo un breve trattato sulla legatura del gatto durante le funzioni religiose; alcuni suoi rispettosi discepoli ne scrissero altri su quale fosse il tipo più adatto di gatti da legare, sulla corda migliore nonché sull’importanza simbolica e religiosa di un gatto legato durante le funzioni e le preghiere ufficiali. Alla fine il gatto morì e l’Abate si affrettò a procurarsene un altro per poter far svolgere le funzioni secondo la tradizione. Dopo secoli ci fu chi iniziò a scolpire statue di gatti legati ad una colonna, ad offrire loro fiori e preghiere e a costruire piccole cappelle riccamente decorate dove onorare il gatto legato.
Questa è la religione.
Si inizia con un pensiero semplice: una risposta ad un problema reale.  Questa risposta è individuale e quindi personale. Finché lo resta poco male, ma di solito questi tipi di risposta sono così tremendamente attraenti da affascinare chi ci vive intorno. Presto la nostra ‘risposta’ non sarà più privata, diverrà di dominio pubblico e noi ci dovremo confrontare con tante altre teste che tradurranno la nostra ‘risposta’ secondo il proprio modo di pensare. Nasceranno dei contrasti e delle discussioni. Voleranno parole grosse. Rischieremo di rovinare tutto quello per cui abbiamo lavorato. Alla fine decideremo di trovare un accordo che dovrà essere fissato in qualche modo. Chi verrà dopo di noi seguirà ciò che avremo scritto ricordandosi di noi ma chi verrà ancora dopo non ricorderà più chi eravamo e avrà solo quelle parole da seguire. Parole che presenterà come legge a sé stesso ed ai nuovi che si uniranno a lui per seguire quella che un tempo era il nostro tentativo di risposta ai nostri problemi. Più tardi ancora qualcuno scriverà un commento alle nostre parole che saranno ormai difficili da capire per le nuove generazioni. Il senso, a volte, sarà frainteso o anche del tutto invertito. Addirittura potrebbe succedere che perfino il problema pratico iniziale che ha dato inizio alla nostra riflessione, sia del tutto dimenticato o sottovalutato e che la nostra risposta sia ricondotta ad una domanda del tutto diversa. Avremo alla fine un edificio enorme di regole, norme, prassi e tradizioni, messo in pratica da un altro edificio altrettanto enorme e complesso fatto di ministri del culto, amministratori, legislatori, diaconi e cerimonieri che faranno prevalere  la forma sul contenuto, il segno sul significato. E quel segno sarà reso immutabile ed ogni contestazione sarà considerato un reato talmente grave da poter contemplare la dannazione eterna, se non proprio la morte.
Questa è la religione.
La raccolta delle varie concezioni esistenti in un posto, codificate più o meno dalla tradizione e fissate per sempre sulla carta.
Una volta Bruce Lee, il famoso filosofo, attore e campione di arti marziali sino-americano, contestò i maestri cinesi di arti marziali, accusandoli di aver congelato e reso immobile ciò che era nato fluido.
La spiritualità è fluida;
la religione è densa.
La spiritualità è dinamica;
la religione è immobile.
La spiritualità è personale;
la religione è collettiva.
La spiritualità è innata;
la religione è frutto di un contratto.
La spiritualità è semplice;
la religione è complicata.
La spiritualità pone i problemi;
la religione impone le risposte.

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