martedì 25 giugno 2013
Per economia - dal greco οἴκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos), "norma" o "legge" - si intende sia l'utilizzo di risorse (limitate o finite) per soddisfare al meglio i bisogni individuali e collettivi contenendo la spesa, sia un sistema di organizzazione delle attività di tale natura poste in essere a tal fine da un insieme di persone, organizzazioni e istituzioni (sistema economico).
In pratica non si parla di una disciplina che studia una materia naturale, una disciplina che misura (-metria) oppura una che descrive (-grafia) o che studia (-logia) o che cura (-iatria).
L'economia è l'insieme dei modi studiati nel tempo per far meglio quadrare le cose.
In questo senso dire che l'economia è in crisi o l'economia va male è profondamente sbagliato, è il sistema economico che svela o rivela falle preoccupanti.
In pratica il sistema posto in atto dalle persone e/o organizzazioni e/o istituzioni sta producendo un malessere assai più diffuso del benessere.
Oppure, si potrebbe anche dire, il numero delle persone che sono escluse dal benessere garantito dal presente sistema economico sta divenendo talmente grande che il loro malessere diviene di rilevanza nazionale, internazionale, mondiale ... Forse chi sta male a causa dell'attuale sistema economico è semplicemente più istruito, educato, informato o solo arrabbiato da farsi sentire più di quanto fosse possibile in passato.
Ecco quello che voglio dire: non siamo in crisi, semplicemente l'attuale sistema economico (attivo da circa trecento anni) sta tenendo fuori dal benessere una maggioranza assolutamente non silenziosa.
Una maggioranza che non si accontenta più.
Una maggioranza difficilmente comprabile.
Questo sistema è quello che si basa sul libero mercato, ovvero sul maggior profitto al minor costo.
Essendo il nostro mondo un ambiente chiuso, è evidente che se qualcuno accumula più ricchezza o ne gestisce la maggior parte, ovviamente qualcun altro ne avrà meno a disposizione e quindi avrà un benessere minore rispetto quello che potrebbe avere.
Senza contare che per avere meno spese, ci deve per forza essere qualcuno che guadagnerà meno, o poco o anche quasi niente.
Non è un caso e nemmeno una divagazione che parli di politica.
Una certa ricerca spirituale ti porta per forza di cose ad una particolare visione del mondo, dell'uomo e della sua vita.
Quella visione si estrinseca naturalmente in concetti di tipo etico, politico ed anche economico oltreché escatologico o teologico.
Non serve a niente essere convinti che tutto è Uno, quando poi compri scarpe da 100 euro cucite in Pakistan da bambini pagati un dollaro al giorno. E preciso che non ho niente con il Pakistan né con la nota marca che lo fa, ma solo con il fatto che bambini scalzi bravissimi a cucire non siano pagati quanto sarebbe giusto. Ma se lo fossero, quanto costerebbero quelle scarpe?, o quanto meno ci guadagerebbe chi le fa cucire? Sarebbe davvero così meno? Rischierebbe il fallimento?
Perché devo comprare cibo in scatola o pronto da cuocere o surgelato quando con la stessa cifra posso mangiare almeno tre volte, comprando cibi freschi spendendo un po' di tempo in più e anche guadagnandoci di salute?
Ma questo bloccherebbe l'economia!!!
No, cari miei, questo bloccherebbe un mercato ed un sistema, che non è buono.
Perché non è buono.
Ho veramente bisogno di quelle scarpe sportive?
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