mercoledì 25 settembre 2013

Credere: sperare, confidare o sapere?



Sono nato cattolico.
Come è naturale, o almeno lo era, in Italia.
Questa religione è presente da così tanto tempo che pensiamo sia nata qua.
In realtà non è così, ma quello che c'era prima è stato eliminato abbastanza accuratamente da non essere più chiaramente sensibile.
Anche se c'é.
E a volerlo, si vede.
Sono nato cattolico, dicevo, e la fede è stata per me sempre un valore reale.
Più di un valore.
E' un valore il sangue o l'aria che respiriamo?
La fede era un qualcosa di naturale.
Non avere fede, più che un peccato era un difetto. Una mancanza. Una debolezza.
C'é stato un momento in cui mi sono chiesto cosa fosse la fede. Anzi, cosa significasse per me avere fede.
Cosa volesse dire.
Mi sono accorto come per la maggior parte dei cattolici, e quindi per la maggior parte degli italiani, avere fede e quindi credere significasse fondamentalmente sperare.
Pur essendo due diverse virtù teologali, per molti erano la stessa cosa.
Per molti ma non per tutti.
Per i religiosi, per i sacerdoti, era evidente che la fede avesse un'altra accezione.
Avere fede, significava confidare, avere fiducia, riporre fiducia, essere fedeli.
In questo caso, il senso di appartenenza e, se vogliamo, di coerenza, la determinazione, mettono in secondo piano addirittura le convinzioni personali.
Si tratta di rispettare un patto, in fin dei conti.
Possiamo sostituire questa parola brutta con quelle più piacevoli di tradizione, consuetudine,usi, storia, costumi e così via, ma quello rimane: si tratta di essere fedeli ad un qualcosa, a prescindere.
E di farlo perché, comunque, è un bene.
Ovviamente non dobbiamo fermarci a chuiedersi se sia davvero un bene o meno.
Perché, ci avvertono, che il dubbio è nemico della fede, che per essere tale deve essere cieca, o per lo meno molto miope.
Io non ero daccordo.
Per me credere significa, ha sempre significato, sapere, essere convinti, sentire con forza dentro.
Io non ho mai sperato, o sapevo o non sapevo.
E devo dire che spesso non so.
Ma non trovo che questo sia un male.
Anzi credo che sia la base di ogni sapere.
Allo stesso modo, la mia fiducia si basava sulla mia convinzione.
Come rimanere fedeli a qualcosa in cui non si crede più, di cui non si è più convinti?
Perché si può smettere di credere, di esser convinti.
Secondo me solo la più rigida miopia   e la più ostinata presunzione ti possono permettere di non cambiare idea.
Ci può sempre essere una soluzione migliore.
Una strada nuova.
E se la trovi perché non cambiare idea?

E' chiaro, mica, a cuor leggero.

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