LA STORIA DEL NATALEGià mille e più anni prima della apparizione della cometa gli uomini celebravano la mezzanotte del 25 dicembre come un momento misterioso, santo, pieno di significazioni e ricco di fascino e di speranze.Cinque secoli prima di S.Luca e di S.Matteo, sulle sponde del Nilo, in una grande festa notturna chiamata il Natale di Horus, un grido si levava: -Esultate! La Vergine ha partorito, la Luce rinasce!--Studio collettivo di un gruppo di giovani piadenesi -BIBLIOTECA POPOLARE DI PIADENAn.1 - DICEMBRE 1957L'idea di questo studio collettivo nacque la settimana precedente il Natale, in una delle nostre familiari serate dedicate alla cultura e trovò subito il consenso di tutti.Il nostro lavoro non fu facile, specialmente quando si trattò di riassumere l'abbondante materiale storiografico in un breve, organico e chiaro testo accessibile a tutti. Ma ci sorresse l'entusiasmo di servire la verità, di vedere coi nostri occhi al fondo delle cose e di dare agli altri il frutto delle nostre ricerche.Noi dedichiamo questo libretto a tutti i giovani che intristiscono nell'ignavia e nella rassegnazione del conformismo.Origine del NataleDalle ore zero del giorno 21 dicembre di ogni anno le giornate cominciano ad allungarsi. L'asse terrestre, nell'emisfero settentrionale, comincia a modificare la sua inclinazione rispetto al sole: l'inverno è al suo culmine, da quel momento si va verso la nuova stagione, comincia la primavera astronomica. L'eterno ritmo della natura, dopo averci fatto toccare il fondo delle giornate oscure e fredde, ci riconduce nuovamente verso la stagione del sole e della vita.Per gli antichi questo giorno, che chiamavano il solstizio d'inverno, cadeva il 25 dicembre e lo si celebrava con una festa ricca di strani significati.Tracce di celebrazioni "natalizie" legate a queste vicende cosmiche, alla nascita cioè dell'anno nuovo, si trovano intorno alla data del 25 dicembre, presso le primitive religioni persiane, fenice,siriane, peruviane, messicane, indù.Come lo festeggiavano gli antichiNella Persia antica il solstizio invernale era celebrato cantando l'inno che narrava la nascita del mondo.In Alessandria d'Egitto esso ebbe la sua più completa espressione, prima dell'era cristiana, nella grande festa del Natale di Horus. Le statue della dea madre Iside, col piccolo in grembo o attaccato al seno, venivano portate in processione di notte verso i campi al lume delle torce.C'è nella versione greca il testo delle acclamazioni che la folla rivolgeva all'immagine, nonché la serie delle invocazioni che si cantavano durante la processione, le cosiddette "litanie di Iside" la cui perfetta concordanza con le attuali litanie della Madonna non può non stupire.Iside era chiamata "stella mattutina", "stella del mare", "porta del cielo", "sede della sapienza".In Roma pagana lo stesso significato avevano le feste d'inverno che si celebravano due o tre secoli prima della nascita di Cristo, note con il nome di Saturnali o feste di Saturno.I Saturnali romani avevano inizio il giorno 19 dicembre e di prolungavano fino al successivo 25.Erano feste di gioia, di rinnovamento, di speranza per il futuro e in tale occasione si rinnovavano i contratti agrari.Nel corso dell'ultimo cinquantennio precedente la nascita di Cristo, a Roma fu introdotto il culto del Dio Sole, introdotto probabilmente dalle legioni reclutate in Siria e dagli schiavi orientali. Il primo Dio solare di Roma fu Deus Sol Elagabalus, il secondo dio solare fu Sol Invictus, poi succedettero Sol Invictus Elagabalus e Sol Invictus Mithras.Come la festa pagana diventò cristianaIl Cristianesimo inserì nelle proprie concezioni religiose tradizioni popolari preesistenti, e fu così che il giorno natalizio del dio solare e agricolo dell'Egitto e della Persia, cadente nel solstizio d'inverno, diventò il Natale cristiano: la statua di Iside che allatta Horus diventò quella della Madonna che allatta il sacro Bambino.Non fu facile, però, perché utilizzare la data del 25 dicembre significava mettersi in contrasto col racconto evangelico di S.Luca, il più completo sull'argomento, il quale narrando di pastori che passano la notte all'aperto evocava piuttosto un ambiente primaverile, che non il freddo periodo invernale. Poi c'era la precedente tradizione cristiana che fissava la nascita di Cristo in un giorno di primavera: Clemente di Alessandria l'aveva stabilita il 19 aprile, altri padri della Chiesa il 18 aprile, altri ancora il 29 maggio e il 28 marzo.Fu dopo molte discussioni ed esitazioni che i vescovi di Roma scelsero il 25 dicembre.Il calcolo dei VescoviLa data del 25 dicembre fu ricavata calcolando gli anni di Cristo a ritroso, partendo cioè dalla cifra "magica" di 33, quanti sono gli anni che il figlio di Dio avrebbe trascorso sulla terra. Essendo stata fissata in precedenza la morte di Cristo al 25 marzo, presumendo dunque che essa fosse caduta 33 anni esatti dopo la sua incarnazione, che quindi veniva fissata anch'essa a un 25 marzo, la nascita non poteva essere avvenuta che nove mesi dopo la sua incarnazione nel ventre di Maria e precisamente il 25 dicembre.Il Natale oggiLa festa della Natività di Gesù, il Natale, quale lo conosciamo oggi, è divenuta la maggior festa ufficiale della cristianità solo in tempo relativamente recente.Le sue prime tracce come festività cristiana si incontrano solo intorno al terzo secolo dopo Cristo e il suo definitivo affermarsi solo a metà del quarto secolo.L'osservanza della festa natalizia fu introdotta in Antiochia solo verso il 375 dopo Cristo e in Alessandria solo dopo il 430.Questa è la storia del Natale. E' una storia bella, poetica, creata dagli uomini per far posto a un poco di speranza e di letizia anche nel cuore dell'inverno più duro, quando sembra che tutto sia morto e sterile e invece il seme comincia a germinare nella terra e ha inizio la rivoluzione delle stagioni e la rapida, felice corsa dei giorni verso la fioritura di primavera.La nascita di Gesù, dal Vangelo di S.MatteoLa nascita di Gesù Cristo avvenne così: Maria, sua madre, sposata a Giuseppe, prima che fossero insieme, si scoperse incinta di Spirito Santo. Ora Giuseppe, marito di lei, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre egli stava in questo pensiero, ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: - Giuseppe, figlio di David, non esitare a prender Maria in tua consorte; invero quel ch'è nato in lei, è da Spirito Santo. Partorirà un figliolo, cui porrai nome Gesù; perché egli libererà il suo popolo dai loro peccati.E tutto ciò avvenne affinché s'adempisse quanto fu detto dal Signore per bocca del profeta: "Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figliuolo e per nome lo chiameranno Emanuele: che s'interpreta "Dio con noi". Scossosi Giuseppe dal sonno, fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua consorte. Ed egli non la conobbe fin tanto che partorì il suo figlio primogenito e lo chiamò per nome Gesù.Nascita di Gesù, dal vangelo di S. LucaIn quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto per fare il censimento di tutto l'Impero. Questo primo censimento fu fatto mentre Cirino era preside della Siria.E andavano tutti a dare il nome, ognuno alla sua città. Anche Giuseppe andò a Nazaret di Galilea, alla città di David, chiamata Betlem, in Giudea, per esser lui del casato e famiglia di David, a dare il nome, insieme con Maria a lui sposata in moglie, la quale era incinta. E avvenne che, mentre ivi si trovavano, si compì per lei il tempo del parto; e partorì il figlio suo primogenito, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non trovarono posto nell'albergo. E nello stesso paese c'erano dei pastori che pernottavano all'aperto e facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco, apparve innanzi ad essi un angelo del Signore e la gloria del Signore rifulse su loro e sbigottirono per gran timore. E l'angelo disse loro:- Non temete, che eccomi a recarvi l'annunzio di grande allegrezza la quale sarà per tutto il popolo; infatti oggi v'è nato un Salvatore che è Cristo Signore, nella città di David. Questo per voi è il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia.E a un tratto si raccolse presso l'angelo una schiera della milizia celeste che lodava Dio dicendo:-Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà-.E poi che gli angeli si furono ritirati da essi verso il cielo, i pastori presero a dir tra loro:-Andiamo sino a Betlem a veder quant'è accaduto, come il Signore ci ha manifestato-.E andarono di buon passo e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino giacente nella mangiatoia. E vistolo, si persuasero di quanto era stato detto loro di quel bambino. E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi riteneva tutte queste cose, collegandole in cuor suo. E i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quel che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.Infanzia e adolescenza di Gesù (da "La vita di Gesù" di Ernesto Renan)Gesù nacque a Nazareth, piccola città della Galilea, che non conobbe alcuna celebrità prima di lui. In tutta la sua vita egli venne designato con nome di Nazareno e solo a fatica la leggenda riuscì a farlo nascere a Betlemme. Si ignora la data esatta della sua nascita; avvenne sotto il regno di Augusto, verso l'anno 750 di Roma, probabilmente qualche anno avanti il primo dell'era che tutti i popoli civili fanno decorrere dal giorno della sua nascita. Il nome impostogli di Gesù è un'alterazione di Josuè, nome assai comune…Egli proveniva dal popolo. Giuseppe suo padre e Maria sua madre erano gente di mediocre condizione, artigiani che vivevano del loro lavoro, in quello stato comunissimo in Oriente, né agiato né misero. Era quasi inutile il privilegio del ricco dato che il vivere semplicissimo di quei paesi non lasciava avvertire la necessità del confortevole: così tutti si trovavano in condizione di povertà volontaria…La famiglia era molto numerosa: forse c'erano stati più matrimoni invece di uno. Gesù aveva fratelli e sorelle, e pare che fosse il maggiore. Tutti sono rimasti sconosciuti; infatti sembra che i quattro personaggi che vengono dati come suoi fratelli dei quali uno almeno, Jacopo, ebbe una grande importanza nei primi anni dello svolgimento del cristianesimo, fossero suoi cugini germani.Maria aveva una sorella chiamata anch'essa Maria, che si sposò ad un certo Alfeo o Cleofa (questi nomi sembrano indicare una sola persona) e fu madre di parecchi figli, i quali sostennero un ruolo molto importante tra i primi discepoli di Gesù. Mentre i suoi vari fratelli gli si opponevano, questi cugini germani divennero fedeli del giovane Maestro e presero il titolo di "fratelli del Signore".I veri fratelli di Gesù, come del resto la loro madre, non divennero importanti che dopo la morte di lui. E sembra che neppure allora venissero considerati quanto i loro cugini che si erano convertiti molto più spontaneamente ed erano dotati di temperamenti più spiccati ed originali. Il loro nome era così oscuro che quando l'evangelista mette in bocca a gente di Nazareth l'enumerazione dei fratelli secondo natura, come primi nomi si presentano alla sua mente quelli dei figli di Cleofa.Le sorelle di Gesù si sposarono a Nazareth. Qui egli trascorse l'adolescenza. Nazareth era una piccola cittadina posta in una piccola valle che si apriva sulla vetta di quel gruppo di montagne che cinge a settentrione la pianura di Esdrelon. Il freddo nell'inverno era acuto, molto sano il clima. Come tutte le borgate giudee di quel tempo, Nazareth era un gruppo di casupole fabbricate senza decoro, dall'aspetto povero e arido. Eppure le sue case ineleganti non erano sgradevoli alla vista…BibliografiaLe notizie del presente studio sono state tratte dai Vangeli di S.Luca e di S.Matteo, da "La vita di Gesù" di Renan, dal Dizionario Enciclopedico Moderno "Labor" e da pubblicazioni con la consulenza di Raffaele Pettazzoni, professore di Storia delle Religioni all'Università di Roma e di Ambrogio Donini, docente di Storia del Cristianesimo all'Università di Roma.
cfr http://www.oasidelpensiero.it/Natale2006/storia_natale.htm
Giovanni quante cose ci insegni, te ne sono infinitamente grata...
RispondiEliminaPeccato che quest'anno terribile per me, non mi arrechi la magica atmosfera delle feste...
Un abbraccio sincero!
Nella, grazie, non merito tutti questi complimenti.
RispondiEliminaSpero che il tuo dolore si plachi.
Come un fratello.
Giovanni