mercoledì 7 maggio 2014
La morte.
Il concetto di vita è limitato dalla nostra esperienza, mentre sarebbe molto più esatto parlare di esistenza:
un concetto assai più ampio e corretto.
Cosa c'é prima della vita?
Cosa c'é dopo?
Non lo sappiamo.
Nessuno lo sa.
Tu non lo sai.
Io non lo so.
Non lo sa, in realtà, neppure il santo padre.
Neppure nessun Iman.
Nessun guru.
Nessun maestro di nessun credo.
Nessun filosofo di nessuna scuola.
Nessuno scienziato.
Nonostante tutta la loro verità rivelata, non lo sanno: lo credono, nel senso che lo sperano; nel senso che
hanno avuto fiducia in chi ha annunciato loro queste cose.
Essenzialmente la paura di morire è paura dell'ignoto.
Quel genere di ansia che ti prende quando non sai cosa sarà di te.
Accetta l'unico fatto sicuro. Accetta che non lo sai.
Di cosa hai paura quindi?
E di quello che c'é prima della nascita hai paura?
Tremi di terrore per i tuoi figli che non sono ancora nati e stanno probabilmente là dove anche tu eri prima
di nascere e dove tornerai un giorno?
Il punto non è vivere, è esistere.
Non è la vita, è l'esistenza.
La vita è biologica.
L'esistenza è spirituale.
La vita è immanente.
L'esistenza trascendente.
La vita è temporale.
L'esistenza è eterna.
La vita è particolare.
L'esistenza è universale.
Ed è legata al concetto di realtà.
L'esistenza è la qualità di ciò che è reale.
Prima che tu nascessi, esistevi.
Durante la tua vita, esisti.
Dopo la tua morte, esisterai.
Un milione di anni fa esistevi.
Fra un milione di anni esisterai.
Esisterai se esisterà qualcosa e qualcosa esisterà
sempre.
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