mercoledì 9 luglio 2014

Meditare



Meditare non significa pensare, né ragionare e neppure riflettere.
Meditare significa prendere consapevolezza.
Il Buddha insegnava di sedersi essendo consapevoli di essere suduti, camminare essendo consapevoli di camminare  e così via.
Prendere consapevolezza dell'istante in cui si vive, aiuta a centrare la mente, a focalizzrla, a fermare quella scimmia saltellande che é e costringerla a stare seduta e  ferma su quello che state facendo, su dove siete.
E su chi siete.
Si, perché  una tale consapevolezza del corpo, presto si trasformarà in una consapevolezza della vostra essenza.
Il fermarsi della mente vi libererà, gradualmente, delle due più grandi illusioni che vi pesano sulla testa.
L'illusione di essere mente e l'illusione di essere corpo.
Voi non siete mente.
Voi non siete corpo.

Non siete i vostri pensieri.
Non dovete identificarvi con essi, perché essi non hanno consistenza, non sono reali, sono la cosa meno reale che esiste.
Guardateli nascere, infuriare nella vostra testa e inevitabilmente esaurirsi. Svanire nel nulla. I vostri pensieri, le vostre preoccupazioni, le vostre convinzioni, i vostri progetti: niente di questo ha un'esistenza propria al di fuori della vostra mente.
E la vostra mente non è nient'altro che l'insieme dei vostri pensieri.
Non ha un'esistenza indipendente. Non ha una natura propria: é solo la massa dei vostri pensieri.
Non è nemmeno il vostro cervello.
Il cervello è un organo, la mente - i pensieri - sono il prodotto della sua attività.
Nello stesso modo che la vostra cacca è il prodotto dell'attività del vostro intestino.
Voi non siete intestino come non siete cacca, allo stesso modo non siete cervello come non siete pensieri.
Con la meditazione i pensieri si mostreranno per quello che sono: spettri creati dalla vostra mente.
La mente si rivelerà inconsistente, irreale, un altro pensiero tra gli altri. Un altro spettro.
In questo modo potrete riacquistarne possesso.
Utilizzarla, senza identificarvici.
Utilizzare i pensieri senza farvi controllare da essi.
Senza che vi tormentino e vi torturino.

La stessa cosa sarà del corpo.
Non siete il vostro corpo, non siete i vostri organi.
Anche questi sono solo transitori: le cellule di cui sono composti si rinnovano continuamente come l'acqua che passa nel fiume. L'acqua passa ma il fiume resta. Eppure non è mai la stessa acqua, rimanendo lo stesso fiume. Il vostro organo cambia e si rinnova di continuo ma voi rimanete.
Non siete il vostro corpo.
Cercate la vostra essenza al di là della dualità, della divisione, del flusso del divenire.
Al di là del mutare della mente e del corpo sta la vostra essenza.
Quello è il vostro Io.
Il vostro essere.
Ciò che siete.
Non dovete diventarlo, lo siete già, siete già illuminati, siete già quello che dovete essere.
Non dovete fare altro che vederlo.
Guardatevi in faccia.
Cercate il vostro vero volto.
La realtà, al di là di goni individualizzazione.
Al di là di ogni dubbio.

1 commento:

  1. Ma che bella riflessione.
    Mi piace soprattutto quando ci inviti a ragionare sul fatto che i nostri pensieri, che troppo spesso ci condizionano la vita inducendoci a pensare negativamente, sono la cosa meno reale che esista. Dovrò concentrarmi su questo pensiero ogni volta "quella scimmia saltellante" prenderà il sopravvento.
    Ciao e grazie
    sinforosa

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