sabato 3 gennaio 2015

LA MENZOGNA DI NATALE

LA MENZOGNA DI NATALE

CRISTO COME HORUS, KRISHNA O DIONISIO: UN MITO MILLENARIO IN CUI LA TERRA HA DEL TUTTO IN SÉ IL PROPRIO ELEMENTO ANIMICO RISPETTO ALL’ENERGIA SOLARE


Nel cristianesimo non c’è nulla di originale, è un compendio della mitologia egizia, del mitraismo e una mistificazione dei riti pagani da cui provenivano le prime “religioni stellari”. Tutto ciò è ancora sotto dibattito, ma nella “comune” origine di queste religioni.. rimangono comunque delle corrispondenze sconcertanti. Il Cristianesimo fu un successo politico costruito a tavolino durante il Concilio di Nicea nel 325 d.C. per scardinare miti esoterici vecchi di millenni

Attualmente esistono più religioni di quante sono le diverse fedi calcistiche in tutto il mondo. Ilcattolicesimo è solo una delle tante fedi, noi non abbiamo l’esclusività ne su Dio ne su la verità assoluta. Al cristianesimo aderisce solo il 32% della popolazione mondiale, ed è in calo, a dispetto del 19% dell’Islam che è in crescita.

All’alba dei tempi, l’uomo capì che l’intera esistenza era frutto di una fondamentale energia cosmica che ordinava tutto l’universo, oggi la scienza afferma che l’universo è una sorta di software intelligente, gli antichi parlavano dell’onnipervadente Coscienza cosmica dell’Essere  (dunque non un’Entità personale che ci giudica…), ciò che in sostanza, poi, fu identificato come Dio (che in seguito con l’antropomorfismo e il Monoteismo divenne un’Entità personale…), e la vita dell’uomo dipendeva dalla sua più grande manifestazione visibile: l’ “ordine”, nel tempodella volta celeste. La nostra galassia, con tutte le sue “forze energetiche” e “movimenti” astrali era ovviamenteall’origine dell’esistenza stessa del nostro pianeta, ed il sole: era la “luce” alla base della vita dell’umanità intera.
Dal cielo l’Essere divino faceva cadere la pioggia, l’acqua è portatrice di vitafeconda evivifica la Madre Terra (o Madre Natura), mentre l’energia vitale del sole era il PadreL’unione del cielo e della terra era simboleggiata dal sole e la terra che donavano i frutti e il sostentamento della vita sul pianeta. Inoltre, quando il sole scompariva all’orizzonte c’era la luna ad illuminare le tenebre: quella luce dell’inconscio che illumina il buio delle nostre menti (giacché la luna è pur sempre illuminata dal riflesso della luce solare).
Intanto, le quattro stagioni, le 12 case astrologiche, le stelle e i loro movimenti, i solstizi e gli equinozi, erano l’Ordine Divino Naturale, ossia l’ecosistema che manteneva in vita l’umanità nella natura. Tutte le prime religioni di ogni civiltà nativa della terra veneravano il cielo e le stelle, unavisione pancosmica era alla base dell’universo e di tutte le sue leggi di natura, il Tutto governato da una SuperCoscienza: il Grande Spirito Divino che animava dalla “fonte” l’intero cosmo in ogni suo aspetto.
Il Padre che feconda la Madre, questo generava la vita: e questa era la prima grande religione di tutte le civiltà native della terra. E così come in alto così in basso, dal macrocosmo al microcosmo, l’unione dell’uomo e della donna, portatrice di vita anche questa, era il rito terreno con cui l’umanità poteva far rivivere le forze divine. Gli antichi riti sessuali e della fertilità non sono mai stati atti di voluttà o perversione ma cerimonie sacre per connettersi direttamente con Dio. In effetti, attraverso il prodigio dell’estasi una piccola parte dei due spiriti affini viaggia e si mescola con il cosmo, per tornare poi allo stato umano quando i due giacciono spossati. Tuttavia, questaesclusività che ogni uomo poteva avere nel contattare Dio autonomamente fu presto ostacolata dalla classe sacerdotale che nel corso dei secoli aveva preso autorità, e non poteva certo permettersi di essere emarginata dalla vita spirituale del suo “gregge”. Il Cattolicesimo (con il suoPotere Temporale e Spirituale) che si creò con l’alleanza con l’Impero Romano fu una strategia politica ben studiata per arginare l’unione diretta tra l’uomo e la divinità, al fine di far sottostare il gregge al governo dei potenti.
Di fatto, un mito antico di 5000 anni, apparso più di 3000 anni prima del cristianesimo, raccontava la storia della Madre Terra che chiedeva al sole di Dio di portare l’acqua dal mare per innaffiare i grappoli d’uva, affinché si potesse fare del buon vino, questa era anche la religione dionisiaca e che invece dalle parti delle primitive tribù ebraiche si chiamava “la cerimonia di nozze di Canaan”. Tutt’altra storia dunque rispetto a quella trasferitaci dal Nuovo Testamento.
Pertanto, oggi gli esperti dimostrano che all’inizio dei tempi, il profilo di qualsivoglia dio in qualunque religione, non era altro che l’involucro fatto da racconti mitologici sull’essenza di un determinato pianeta del nostro sistema solare. Tutte le religioni del mondo hanno all’origine storie che si assomigliano e che celebravano eventi celesti. Tutti gli dèi, da HorusDionisioKrishna fino alCristo hanno la medesima storia: erano la personificazione mitologica del “Sol Invictus”. Potete approfondire queste scoperte sul nostro speciale sulle “Origini delle Religioni“.
Oltre a questo c’è da dire che esistono molte altre teorie, anche abbastanza stimate devo ammettere, che dimostrano attraverso traduzioni letterali della Bibbia, di antiche tavolette Sumere, del Bhagavadgītā, ma non solo…, che questa trasposizione stellare delle religioni fosse stata ispirata dal fatto che in realtà molto prima del 10.000 a.C., periodo supposto del Diluvio Universale, sulla Terra fossero arrivati dei colonizzatori alieni. Tutti gli Elohim, così come pure Yahveh, quindi Dio… non sarebbero altro che dei comandanti di un popolo alieno, e l’umanità sarebbe frutto di loromodificazioni genetiche. Ebbene, ho voluto fare questa semplice accenno solo per dire che non sarà questa la sede per approfondire tali teorie…

La festa per il Solstizio d’Inverno era un culto che si perdeva nella notte dei tempi, era il giorno in cui il sole tornava allo Zenit nel Nordsimbolo di una “rigenerazione cosmica” in cui il Sole e la Luceerano associati all’idea d’immortalità dell’uomo. Il Solstizio d’Inverno era il passaggio dalle Tenebre alla Luce, da quel giorno infatti il sole restava progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate. Era una festa di luce dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.
All’epoca di Costantino si chiamava la festa del “Dies Natalis Solis Invicti”, che celebrava la rinascita del dio sole (celebrata fin dagli antichi Egizi e nell’antica Roma con i Saturnali). In seguito al Concilio di Nicea (325 d.C.), per scopi politici voluti da Costantino, questa festa si trasformò nel nostro Natale (tant’è che il vero giorno della nascita di Gesù non è chiaro ne specificato nella Bibbia che celebra la nascita di Cristo: il cristianesimo divenne infatti la religione ufficiale incorporando nelle sue funzioni molte antiche credenze e ritualità della religione pagana preesistente in quei luoghi).

Allora, per queste feste, sappiate che la notte di Natale non state celebrando la nascita di Gesù come ce l’hanno inculcata finora, cioè con la manfrina (prettamente storico-materialistica) del figlio di Dio che è sceso sulla Terra per salvarci dai peccati del mondo che ineluttabilmente abbiamo ereditato, insieme ai sensi di colpa, dal peccato originale, e che dobbiamo espiare affinché Dio, che ci giudica dall’alto, un giorno possa decidere se spedirci in Paradiso o all’Inferno, in quanto prima o poi moriremo tutti et voilà! In verità durante il Solstizio d’Inverno state ricordando la simbologia di un profeta che inscenò, con l’esempio delle sue scelte di vita, tutte le leggi di natura che ordinano l’esistenza cosmica ed umana (dalla volta celeste alla psicologia dell’uomo), in modo da ripercorrere attraverso la propria Coscienza la via che ci possa riconnettere con l’energia di cui siamo fatti, un percorso catartico da sempre raccontato attraverso la mitologia degli dèi e del ciclo nascita-morte-rinascita dell’Ordine Naturale.

MITOLOGIA STELLARE DEL SOLSTIZIO D’INVERNO
Ancor meglio questa mitologia rituale aveva la funzione di tramandare la Sapienza in grado di mettere l’uomo nelle condizioni di vivere e fare esperienza dell’energia vitale cosmica… per giungere ad una rigenerazione spirituale che lo renderà un giorno immortale.
Di fatto, il rito serve a “tarare” il nostro Campo elettromagnetico e quindi le nostre onde cerebraliin modo da risuonare secondo la vibrazione cosmica dell’Esseità divina. E sappiamo che il conduttore di questa energia celestiale è in un certo qual modo il Campo Magnetico del sole (per questo venerato come divinità assoluta), le cui radiazioni influenzano sia il campo elettromagnetico sia il Dna degli esseri umani.
Per meglio capire le correlazioni tra l’aurea elettromagnetica dell’essere umano e quella che, attraverso il Campo Magnetico del sole, si connette al “Campo Purico” del cosmo, dovremmo tenere a mente alcuni aspetti din un’antica Sapienza: secondo la Cabalà la lettera Tav dell’alfabeto ebraico ha come significato “Croce“, e dobbiamo sapere che ogni lettera dell’alfabeto ebraico indica e simboleggia un vettore energetico, ecco che, nello specifico, la “Tav” rimanda proprio al simbolismo del Mistero del Natale.
Infatti, la corrispondenza stellare della “Tav” è il pianeta Giove… che come volevasi dimostrare rimanda al più grande e assoluto degli dei: Zeus, dominatore del Fuoco e dio dei fulmini, ma anche delle piogge: ciò di cui ha bisogno ogni cosa che cresce e vive. Il significato del suo nome greco ha a che fare con il termine “Vivere” (“dzeu“), mentre per i romani “Jupiter” significava “padre della Luce“. Per l’ebraismo Zeus è “Tsedek“, che significa “il giusto” e che governa lo Zodiaco del Sagittario.
Per farvi capire ancora meglio, mi tocca usare le parole di un guru orientale, il famigerato Paramahansa Yogananda: «L’universo è il corpo di Cristo: dovunque presente in esso, senza limitazioni, è la Coscienza Cristica. Quando riuscirete a chiudere gli occhi e, attraverso la meditazione, ad espandere la vostra consapevolezza fino a sentire l’intero universo come il vostro stesso corpo, Cristo sarà nato dentro di voi. Saprete allora che la vostra mente è una piccola onda di quell’oceano di Coscienza Cosmica in cui Cristo risiede». Ebbene, questo è il senso del culto natalizio per tutto l’antico esoterismo del mondo.
Perciò il 25 Dicembre stiamo celebrando anche il dio induista della religione persiana Mitra (il cristianesimo fu creato tutto sulla falsa riga del mitraismo), ma anche Krisna, l’indiano Buddha, lo scandinavo Odino, il siriano Tammuz, il gallico Thor, l’egiziano Horus, i messicani Quetzalcoalt eGentaut, il greco Cadmo Dionisio (che usava compiere riti con pane e vino, così come la tribù ebraica degli Esseni, da dove proveniva il Battista e in cui Gesù fu iniziato), il maestro divino Platone; e poi ancora Adone figlio della dea vergine Lo, i romani Issione Quirino, ecc…
In verità, è ancora in atto il dibattito tra gli esperti sulle reali concordanze tra la storia di Cristo e i miti di tutti questi altri dèi. In ogni caso, molti esperti confermano che tutti questi dèi nacquero da una vergine il 25 Dicembremorirono e resuscitarono, compirono miracoli e furono chiamati il “Salvatore”, proprio come il “nostro” Gesù.
La Mitologia e le sue sacre scritture sono sempre state “interpretate“, e questo certo non conduce spesso ad una piena oggettività. Tuttavia, rimane il fatto che il 25 Dicembre è il solstizio d’inverno, prima di questa data l’accorciarsi delle giornate indicava un minor tempo del sole nei cieli (il sole raggiunge infatti il suo punto più basso nel cielo), dunque un “processo di morte”, durante il solstizio infatti il Sole smette percettibilmente di muoversi verso Sud per tre giorni, rimanendo quindi in prossimità della Croce del Sud, la Costellazione Crux,  per poi iniziare a muoversi di nuovo versoNord, facendo presagire giorni più lunghicalore e primavera. È evidente allora quanto non si faccia molta fatica a capire perché il Sole -Gesù- è morto sulla Croce -Crux- per risorgere dopo tre giorni… fin qui c’è poco da obiettare!
SIMBOLOGIA ESOTERICA DEL RITO SOLARE/NATALIZIO
Allo stesso tempo, non possiamo ignorare il valore soteriologico che la Bibbia ascrive alla lettera dell’alfabeto ebraico “Tav” (o “Tau“), un valore esoterico collegato al simbolismo della “Croce” e dunque del Cristo. Per l’antica tradizione esoterica dell’Ebraismo, ossia l’ermeneutica dellaKabbalah, la lettera Tav rappresenta una frequenza vibrazionale di vitale importanza per l’illuminazione della Coscienza umana.
È il profeta Ezechiele ad attestare, dopo aver visto l’abominio nel Tempio, che «circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole» (Ez 8, 16), il Signore disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna con un Tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono» (9, 4). Questo brano biblico segnerà la tradizione, consentendo il passaggio dal Tav-croce, significato simbolico, al 300-croce, giacché Tav è riconosciuta anche come il segno numerico che indica appunto la cifra 300 (mentre, per la precisione, riguardo la tradizione esoterica dell’ebraismo, dobbiamo tenere a mente che l’equivalente numerico della Tav è, nello specifico: 400. Infatti per la Cabalà ogni lettera, col suo significato simbolico, ha un corrispettivo numerico ..che ha la sua natura energetica. La scienza che nella Cabalà studia il parallelismi tra lettere e numeri si chiama “Ghematria“).
San Girolamo affermava che «presso gli antichi ebrei, Tau, ultima lettera dell’alfabeto, ha la forma di quel segno di croce che i cristiani tracciano sulla loro fronte ed utilizzano come firma manuale». Questo segno veniva interpretato anche come conclusione e compimento della Parola rivelata.
Origene riteneva che l’antico modo di scrivere il Tau accentuava la sua forma di croce e che unaprofezia risiedeva in questo segno, il quale sarebbe stato perciò impresso, avanti nel tempo, sullafronte dei cristiani. “Portare la propria croce” secondo le indicazioni di Gesù, veniva così interpretato anche letteralmente, come il portare esternamente il carattere interno della Croce.
Come dicevamo, dal punto di vista numerologico, il Tau viene non di rado posto in corrispondenza con il numero 300, ed è inteso come segno di salvezza. Questo numero infatti compare già nellaGenesi (6, 14-15), quando Dio disse a Noè: «Fatti un’arca di legno di cipresso… Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza».
Origine spiega ancora che l’arca raffigura la croce redentrice, poiché 300 corrisponde alla letteraTau, all’albero della nave col suo pennone: alla croce (Homelia in Genesi n.2, 5). Questa corrispondenza era celebrata liturgicamente nell’Analecta Hymnica, ove è contenuto l’antico inno cantato anche da S. Francesco: «Ligno crucis fabricatur / Arca Noe qua salvatur / Mundus a miseria» (“Con il legno della croce venne fabbricata l’arca di Noè che salvò il mondo dalla miseria“). Potremmo infatti analizzare in chiave esoterica lo stesso simbolo francescano del “Tau” notando proprio l’affezione di san Francesco per questa lettera, comune, come abbiamo visto, all’antica lingua ebraica ..ma anche a quella greca, e che in ambito spirituale assume il significato di salvezza e salute dell’anima (ed è per questo che non pochi esperti affermano che S. Francesco fosse un profondo conoscitore dei riti massonici dell’epoca -che come sappiamo prendevano importanti spunti dalla Cabalà).
Ciò nondimeno, sappiamo che  secondo la Cabalà la vibrazione del numero 300 (inteso come vettore energetico: legge di natura…) è conforme allo “Spirito di Dio“, alla sua essenza energetica che equivale alla “Shin“, ossia la 21^ lettera dell’alfabeto ebraico…  300=”Ruach Elohim“: Spirito di Dio, ovvero il primo Nome segreto del Messia -il simbolismo del Messia tra l’altro rimanda nella tradizione cabalistica alla prima Sephirot, cioè “Keter“, la Volontà Prima, il Divino Nulla inconoscibile: la Sephirot che ci unisce all’Essere divino, giacché più vicina alla sua Vibrazione cosmica. L’archetipo della “Shin” rimanda quindi alla simmetria e al cambiamento, dunque all’equilibrio della Bellezza.. in senso platonico potremmo dire, perciò ha a che fare con l’ordine armonico dell’Essere divino stesso. Si tratta della forza che emana (attraverso l’evoluzione) l’essenza stessa di Dio, il suo Ordine Divino Naturale, la sua vibrazione cosmica essenziale e il modo con cui organizza l’invisibile fino al visibile (la materia).
Il messaggio di questa Sapienza sta nell’integrare i vari modi conoscitivi della Coscienza/mente. Le tre punte della lettera “Shin” rappresentano infatti le tre parti del cervello (a destra la parteintuitiva, a sinistra quella logica e al centro la sede dei sentimenti). Il suo punto in basso rappresenta invece il “quarto cervello“: la “Conoscenza Unificatrice“. Questo è il messaggio del Cristo! E di conseguenza del Natale esoterico (..ed originale).
Ecco che la “Tav” è il “Sigillo di Dio“, si tratta della legge naturale che controlla l’Universo. Secondo laCabalà è un segno che protegge l’uomo dalla sua naturale tendenza a soccombere agli impulsi più bassi, e preavvisa l’immortalità latente in ogni essere umano (la Vita Eterna di cui parla la nostra religione in riferimento all’avvento di Gesù e nel successivo rito della Pasqua). È una frequenza energetica che, se fatta risuonare nel nostro Campo Magnetico, vibra della completezza totale erealizzata, sia materialmente che spiritualmente. In sostanza si tratta della manifestazione organizzante dell’energia onnicomprensiva del cosmo.
SIGNIFICATO DEL MITO E DEL RITO SECONDO LE LEGGI DIVINE DELL’UNIVERSO
Abbiamo accennato al fatto che secondo la Cabalà la lettera Tav ha come significato “Croce” e che la sua corrispondenza stellare è il pianeta Giove/Zeus, dominatore del Fuoco, dei fulmini e dellepiogge, cioè gli elementi che creano la Vita. Per l’ebraismo Zeus (“Tsedek“) significa “il giusto” e governa lo Zodiaco del Sagittario.
Considerando che tutte le mitologie e le ataviche religioni/misterosofie esoteriche erano ispirate dalle dinamiche energetiche dell’universo, con le sue galassie, stelle e pianeti che influenzano la vita di ogni essere vivente, sappiamo che Giove era innanzitutto considerato fonte di Vitasorgente di tutte le energie e centro di irradiazione della Luce, nonché principio di equità. Ecco perché Gesù altro non era che la manifestazione della Coscienza Cristica, ossia l’energia della rigenerazione spirituale (nascitamorte e rinascita..) direttamente emanata dall’Essere divino, la sorgente della Vita: il sole, il Dio assoluto che è tutto ciò che è.
Giove, con le forze elettromagnetiche del soledirige i movimenti di tutti i sette pianeti della nostra galassia, ciascuno nel corso che gli è proprio. Pertanto, il simbolismo della Coscienza Cristica, ergo del Natale (..del Sol Invictus), è la comprensione che tutte le cose dell’Universo nascono, crescono, vivono e muoiono, secondo schemi armoniosi e regolari: attraverso questo rito gli antichi raggiungevano la Consapevolezza dei Cicli Cosmici. I cicli cosmici sono lo scandire delle leggi di natura che regolano l’Universo, e la nostra Vita, all’interno della nostra dimensione spazio-temporale… è il Tempo infatti ciò che con la curvatura subatomica dello spazio crea i presupposti per la formazione della nostra dimensione, della materia!
La mitologia della ritualità del Solstizio d’Inverno è importante per l’illuminazione dell’essere umano perché ci istruisce nei “Segreti Fondamenti” della Santità e dei loro “stadi” di preparazione. Secondo la Cabalà ha a che fare anche con la cosiddetta “Coscienza Luminosa“, ossia il valore simbolico della lettera ebraica “Dalet“, la cui corrispondenza è proprio il sole. Non a caso infatti, secondo l’antica Scienza Sacra della “Numerologia” (da cui deriva lo studio ermeneutico della Cabalàe della Ghematria..) la lettera Dalet è proprio la planetaria di Giove, tant’è che i suoi principali satelliti, detti anche “lune”, sono quattro… ossia il numero che ci riporta alla Croce (Coscienza Cristica..).
Così, il rapporto fra il numero Uno (l’Unità divina) e il numero Quattro era ben conosciuto ad esempio anche dai Pitagorici, tanto che costituiva il loro giuramento. Si giurava sulla Tetraktis, cioè sul dieci dato dai contenuti del quattro: 1 + 2 + 3 + 4 = 10. Tale conoscenza era molto importante, era la “quaternità” della croce, la stessa che si può osservare nella forma con cui si scrive il numero quattro. Si giurava su questa quaternità e si sentiva questo giuramento come qualcosa che metteva in gioco il più grande degli dei: Zeus, cioè sempre Giove. Nei simboli dell’astrologia il numero quattrosignifica infatti Giove. In tale simbolo “vi si possono individuare una croce e una mezza luna […]”. Si trova anche, a volte, il grafismo in cui si vede una zeta, iniziale di Zeus.
Altra considerazione importante riguardo il simbolismo mitologico del rito del Sostizio d’Inverno (il nostro Natale), è che il figlio di AbramoIsacco, rappresenta come sappiamo una prefigurazione del “figlio” per eccellenza: Gesù di Nazaret. Ma ciò che avverrà con il simbolismo del sacrificio sul Golgota, più che una morte, sarà una nascitala nascita dell’impulso cristico, cioè dell’ “Io sono“, in tutti gli uomini (Dio a Mosè si defini così: “Io Sono l’Io Sono“… gioco concettuale di parole a ricordarci ancora una volta che l’uomo è Dio). La tradizione cabalista afferma che prima di talenascita, tale impulso doveva essere inserito nell’uomo mediante pratiche iniziatiche che avvenivano entro specifiche sedi misteriosofiche. In altre parole, l’uomo della precedente umanità non dice ancora “io” a se stesso, ma tende a indicare se stesso in terza persona, così come risulta dai documenti dell’epoca rimasti. Con la Coscienza/impulso cristico l’uomo passa da un’infanzia spirituale ad un sempre più maturo sviluppo dello spirito, cioè dell’ “Io” e allora incomincia a chiamare se stesso in prima persona. Ciò che i Magi sapevano era che un simile prodigio doveva incominciare quando il punto di primavera fosse stato nella costellazione dell’Ariete. Al tempo diAbramo, viene dunque prefigurata questa nascita. Nel 22° capitolo di Genesi vi è la prefigurazione della “croce” del Golgota, mediante il significativo evento del ritrovamento provvidenziale dell’ “ariete”. Ecco che tutto si ricollega alla Tav e al suo significato di “croce”.

Non solo, la quaternità della croce insegna anche un’altra veggenza: l’evento del Golgota, il monte in cui era la croce per la crocifissione di Gesù di Nazaret, è l’evento del Cranio (leggi anche: Monte Calvario). Ora, l’Ariete, come segno astrologico, corrisponde nella fisiologia umana alla testa, al cranio (dove tra l’altro risiede la lettera “Shin” succitata..). Nella ritualità ebraica, sulla fronte del capo del sommo sacerdote viene disegnata appunto una Tav, per significare che egli deve prendere su di sé la sofferenza di questo mondo, come anche Dio l’ha presa su di sé. Il “Terzo Occhio“, l’occhio della veggenza spirituale abbisogna dell’esperienza della “croce” (segno della Tav) capace di “aprire” la mente.

In sostanza il 21 dicembre, fin dall’alba delle civiltà umana, è sempre stato il momento in cui, quando la notte diviene padrona e rimane il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma delloSpirito, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante e inizierà il suo percorso verso la Luce, verso ilculmine del sole allo Zenit.
Nei Tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l’unione fra spirito e materia. In prospettiva macrocosmica, tutto ciò è simboleggiato dall’ingresso del Sole nel segno zodiacale del Cancro, con il Solstizio d’Estate.
Il Solstizio d’Inverno corrisponde, invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita nella luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un’illuminazione riflessa che rischiara il buio della “caverna”: un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della caverna e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal “mito della caverna” sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intelleggibile“.
Nell’ordine microcosmico, per quanto concerne l’organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il ketherdella Sefiroth cabalistica.

Per capire tutta questa “esoteria”, dobbiamo confrontare il periodo del solstizio d’inverno come quello respiratorio della Terra simile alla fase della nostra respirazione polmonare in cui abbiamoinspirato: quando in noi abbiamo l’aria inspirata e la elaboriamo, quando cioè tratteniamo il respiro… in quello stesso modo la Terra ha in sé le forze cosmiche (la respirazione è un ottimo “specchio” delle due forze complementari che dipanano l’evoluzione cosmica: una forza espansiva -espirazione- che vibra secondo frequenze positive e una forza di contrazione -inspirazione- che vibra con frequenze negative). Fino alla fine di Dicembre la Madre Terra trattiene quelle forze. Alla fine di Dicembre la Terra ha dunque del tutto in sé il proprio elemento animico. Lo ha del tuttoassorbito, così come l’aria è in noi dopo che l’abbiamo inspirata. Ecco perché è il periodo nel quale giustamente viene posta la nascita di Gesù: perché la Terra è, per così dire, nell’intimo possesso di tutte le proprie forze animiche. Poiché Gesù nasce in questo periodo, egli viene generato da una forza che ha in sé tutta la componente animica della Terra. Al tempo del Mistero del Golgota, gli iniziati ancora degni della antica iniziazione collegavano per tutti questi motivi un profondo significato alla convinzione secondo cui la nascita di Gesù sarebbe avvenuta nel periodo di inspirazione della Terra, quando la Terra trattiene il proprio respiro.
Gesù nasce nel periodo in cui, per così dire, la Terra non parla al Cielo, in cui la Terra si è del tuttoritirata in se stessa. Gesù nasce così in un periodo in cui la Terra si muove nello spazio cosmico trattenendo il proprio respiro, in modo che questo possa essere compenetrato dalla forza e dalla luce del Sole. In un certo senso la Terra in questo periodo non offre il proprio elemento animico al cosmo, ma lo trattiene, lo coltiva in sé.
Prima che il corso dell’anno sia di nuovo compiuto e arrivi Dicembre, in cui rinasce l’impulso del Cristo nella terra compenetrata di “anima”, le forze spirituali devono purificarla dal drago, dalle forze demoniache: ossia concentrazioni di basse frequenze negative. La forza di Michele, la forza chepurifica, che vince il malefico influsso “arimanico“, si deve unire con il respiro della Terra che fluisce da settembre a dicembre affinché possa avvicinarsi la festa natalizia e, svolgersi giustamente la nascita dell’impulso del Cristo, che poi maturerà sino all’inizio dell’espirazione: sino al tempo pasquale. Tutta la scienza esoterica da sempre riconosce l’essenzialità della Terra nel periodo del solstizio invernale, nel periodo del Natale, come qualcosa di nascosto, come qualcosa che non può essere visto con le normali forze conoscitive umane, come qualcosa che rientra nel campo deimisteri esoterici.

Rudolf Steiner spiega: «Con questa iniziazione alla conoscenza dei misteri, l’uomo per così dire si estraniava talmente dall’atmosfera della Terra nella quale viveva con la propria coscienza usuale, che si immergeva in qualcosa in cui non poteva fisicamente immergersi; si immergeva nella sfera animico-spirituale, e così apprendeva che cosa la Terra diviene il pieno inverno, quando assorbe il proprio elemento animico-spirituale. Con l’iniziazione a quei misteri l’uomo apprendeva che nel solstizio d’inverno la Terra è specialmente sensibile per essere compenetrata dalle forze della Luna. Il fatto che l’ interno della Terra fosse specialmente recettivo all’attività delle forze lunari indicava come in quel periodo soprattutto le piante fossero compenetrate di forze salutari, come in quel periodo la Terra facesse qualcosa di totalmente diverso non solo per il mondo vegetale ma anche per quello degli animali inferiori. La discesa nelle profondità della Terra si collegava anche a qualcosa che era sentito come un pericolo per l’essere umano. All’incirca ci si diceva: se veramente si guarda con amore ciò che come forza lunare vive nella Terra nel tempo natalizio, colmando di ciò la propria coscienza, si arriva a una specie di stato di coscienza nel quale si deve essere interiormente molto forti per far fronte all’urto delle potenze arimaniche che giungono da ogni lato, e che appunto vivono nella Terra avendo accolto l’attività delle forze lunari. Ciò che permetteva all’uomo di sopportare la durata dell’esistenza terrena, era visibile solo nelle forze che egli sviluppava nel proprio elemento animico-spirituale per vincere la resistenza delle forze avverse. L’inconscio emergere dell’uomo entro le forze arimaniche al tempo dell’inverno e fino alla loro salita in primavera, quel mondo in cui emergevano le forze dell’uomo circondate dalle potenze arimaniche, era nei tempi più antichi chiamato inferno. L’azione degli déi nel periodo precedente la discesa del Cristo sulla Terra aveva il suo limite alle porte dell’inferno. Gli esseri divino-spirituali sentivano quel mondo come un mondo contrapposto; lo vedevano salire dalla Terra e lo sentivano come un mondo oltremodo difficile; erano però in contatto con quel mondo solo indirettamente attraverso gli uomini, lo potevano per così dire solo osservare. Poiché il Cristo era disceso sulla Terra ed era lui stesso diventato uomo, poteva ora discendere nel regno delle forze arimaniche e vincerle, cosa che appunto negli articoli di fede viene espressa con la discesa all’inferno. Il Cristo si era così unito con l’umanità da scendere nell’inferno cui l’umanità è esposta. Durante l’inverno e la primavera Egli potè conquistare per gli uomini ciò che dalle regioni extraterrene agisce dal tempo di Giovanni fino all’autunno. Il Natale chiama San Giovanni, San Giovanni chiama il Natale. L’uomo si irrigidirebbe sotto le potenze arimaniche, se non potesse esporsi alle liberanti potenze luciferiche che danno di nuovo ali al pensiero, affinché non irrigidisca, ma possa di nuovo disgelarsi sotto l’azione della luce.
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..sentire come la vita animale e vegetale si ritiri, come certi animali si apprestino a cercare l’inverno un luogo protetto, come le foglie delle piante arrivino ai loro colori autunnali, come tutta la natura appassisca. Certo la primavera è bella, e sentirne la bellezza, la vita che cresce e sboccia è una bella prerogativa dell’anima umana. Anche però poter sentire, quando le foglie sbiadiscono, come esse assumano il loro colore autunnale, poter sentire, quando gli animali si rintanano, come nella sfera sensibile che deperisce sorga l’elemento animico-spirituale scintillante e splendente, come con l’ingiallire delle foglie vi sia un tramonto della vita germogliante e crescente, e che tutto ingiallisce affinché lo spirito possa vivere, poter sentire come nella caduta delle foglie vi sia il salire dello spirito, come il salire dello spirito sia la contromanifestazione dello spegnersi della sfera dei sensi: questa è la sensazione che dovrebbe animare lo spirito umano nel periodo autunnale. Allora esso si prepara nel modo giusto al periodo natalizio. Gli antichi sapienti collegarono la Festa del Natale al periodo in cui la Terra è spiritualizzata al massimo, il Redentore poteva collegarsi soltanto con una Terra che avesse accolto nel proprio grembo l’intera spiritualità.
Il Cristo penetra e scintilla dalla Terra nel periodo del Natale, scintillando da ogni anima umana, che anche se debolmente dotata di sensibilità, sente tale scintillio in forma di calore, di trasporto, di bontà, di amore per gli altri. E’ questo il Mistero del Natale, il fenomeno cosmico della Unione del Cristo con la Terra è contemporaneamente ricordato e rinnovato in maniera vivente proprio al tempo in cui la Terra per così dire muore e muore la potenza dei sensi. Anche così la Terra muore nel Cristo, a parità di ogni uomo, in attesa della Resurrezione. Nei tempi antichi, come a poco a poco in autunno aumentava la conoscenza della natura, così nel profondo inverno gli uomini sentivano la tentazione dell’inferno, la tentazione da parte del male. Era appunto il tempo in cui l’essere umano doveva sviluppare ciò che in lui comunque si associa secondo natura: la scaltrezza,la furbizia, l’astuzia, facoltà tutte tese a ciò che è vantaggioso e che lui doveva dominare con la temperanza. Era appunto il tempo in cui l’uomo non doveva sviluppare il senso aperto alla saggezza che gli era richiesta, secondo l’antica saggezza dei misteri, nel periodo dell’illuminazione, durante l’estate. Proprio nel periodo in cui il male si manifestava nel modo indicato. egli poteva sentire la resistenza al male nel modo adeguato: doveva divenire temperato. Soprattutto ora, dopo il passaggio dall’illuminazione dell’estate alla conoscenza in autunno, dalla conoscenza dello spirito alla conoscenza della natura, doveva passare dalla conoscenza della natura alla contemplazione del male. Così lo si comprendeva, e ai discepoli dei misteri, ai quali i maestri avevano dato la direttiva per la piena estate: “Ricevi la luce” e per l’autunno “Guarda intorno a te”, per il profondo inverno suggerivano “Guardati dal male”. Quello di cui abbiamo bisogno non è uno spirito astratto da un lato, e una natura priva di spirito dall’altro, ma una natura spiritualizzata e uno spirito naturalmente capace di dare forma,i quali sono un’unità e potranno anche intessere di nuovo in un tutt’uno religione, scienza ed arte. Dobbiamo dare alle festività il carattere del ricordo, come si accenna alle monumentali parole del Cristo: “Fate questo in memoria di me”. Questo è il pensiero delle festività rivolto al lato del ricordo. Così come l’altro aspetto nell’impulso del Cristo deve continuare a operare in modo vivente, e non rimanere un’espressione morta alla quale solo si rivolga lo sguardo, anche questo pensiero deve di continuo agire creando sentimenti e nuovi pensieri; va compreso che le festività devono rimanere, anche se gli uomini si modificano, e che perciò devono anch’esse passare attraverso delle metamorfosi. Il Natale deve riportare al centro della vita dell’uomo l’importanza del calore dell’anima dato da un puro sentimento».

CONSAPEVOLEZZA DEL RITO DEL NATALE
Allora, Gesù e tutti i dei solari sono l’espressione metaforica, l’incarnazione se vogliamo… di quell’energia naturale (e stagionale potremmo dire) in cui la Madre Terra cade durante l’inverno, quella forza dell’impulso Cristico di cui abbiamo parlato. Si tratta di una frequenza cosmica il cui valore matematico-geometrico vibra dal riflesso del Campo energetico basilare del cosmo, trattasi di quel vettore energetico direttamente collegato ed emanato dall’Energia del Punto Zero e che vibra dell’origine di Tutto, ossia del Vuoto quantistico… l’Esseità, ciò che noi concepiamo oggi sotto il nome di Dio. Ora sappiamo anche che il suo vivificante e vitale campo magnetico traspare dall’attività stessa del Sole ..che è infatti Vita… giacché non esiste altro che quell’unica eonnicomprensiva energia cosmica.
Questa energia vitale è la Luce di cui vibriamo, perché siamo immagine di Dio, un ologramma dell’Essere divinoSiamo la stessa cosa. Per questo finanche le tradizioni orientali parlano della cosiddetta “Coscienza Cristica“: contemplando l’onnipresente Luce di Dio, sveliamo il nostro immortale (giacché il nostro Io Individuale muore e rinasce come ogni elemento in natura..). Il nostro Sé lo troviamo solo nel buio del nostro inconscio, così come la Luce divina vibra consapevolmente dentro di noi quando il gelido buio dell’inverno ne chiarisce l’essenza. Nel Natale vi è sempre un momento di oscurità, di tenebra interiore. Il Natale è una festa che giunge nel periodo più buio e freddo dell’anno: come se avesse a che fare con i misteri del ghiaccio e dell’ombra, i segreti dell’abisso e dell’egoismo. Fra il frastuono dei doni e degli auguri emerge, non di rado, una sensazione di tristezza… essa precede sempre l’avvento di splendenti giorni ..più lunghi e luminosi. 
Pertanto, se con il giusto temperamento riusciamo a non farci sedurre da frequenze negative (paura, odio, rancore, invidia….), possiamo coltivare la Luce, e, dentro questa luce,  si trova la coscienza di Cristo, il “Figlio”, il puro riflesso di Dio: il “Verbo” dell’Essere divino presente ovunque nell’universo. Come abbiamo già visto perfino Yogananda diceva: «L’universo è il corpo di Cristo: dovunque presente in esso, senza limitazioni, è la Coscienza Cristica». Comprendere il funzionamento della Natura, delle sue leggi divine, attraverso l’osservazione dell’ordine stellare, significa avereconsapevolezza di Se stessi -e dunque dell’Essere divino: ovvero di Dio.
Ecco dunque il Natale, quando, fin dai primi riti, c’era ad esempio la stella Sirio che era chiamata proprio dalla tradizione la Stella dell’Est, cosa questa che potrebbe essere all’origine della “storia” della stella cometa che guidò i Re Magi, poiché da sempre le stelle ci guidano lungo tutta questa sapienza sacra. Sirio era infatti l’astro più luminoso del cielo il 24 Dicembre quando all’epoca si allineò con le tre stelle più brillanti della Costellazione di Orione (simboleggiate dai tre Magi. Non a caso la stella Sirio era venerata in tempi precedenti perfino a quello dei Sumeri).
Non solo, l’ascensione di Sirio avvenne mentre la Costellazione della Vergine sorgeva proprio ad est: pertanto, anche la storia del “concepimento da una vergine” è antica quanto il mondo… tra l’altro in principio il Calendario iniziava proprio con la Costellazione della Vergine, pure per questo si diceva che il sole nasceva da una vergine… e come sappiamo, non solo lui.

La morte del dio sole, al Solstizio d’Inverno, sarà la celebrazione di un periodo (secondo i cicli naturali) di preparazione e contemplazione, il periodo in cui viene seminato nel buio dei giorni più corti dell’anno il seme” del Verbo dell’Essere divino, una forza rigenerante che esploderà subito dopo il plenilunio successivo all’Equinozio di Primavera, quando la natura e dunque il dio solare rinascerà: come la natura a primavera il dio resusciterà ormai consapevole di essere lui stesso l’ “Io Sono l’Io Sono“. [Vedi il nostro “speciale” sul rito della Pasqua]

Certamente, questa rilettura storica delle origini delle religioni non proviene solo da un documentario come Zeitgeist“, per citare la ‘cosa’ più famosa al momento, e che per giunta ha argomentazioni senza dubbio discutibili, ma è altrettanto indubbio che i concetti esoterici di questi Miti sono reali tanto quanto dei fottuti ideali! Soprattutto, sono importanti per l’evoluzione umana e per capire chi siamo. Mi sembra una cosa buona e giusta no? In fondo, si dice che la libertà è partecipazione.
A questo punto faremmo prima a passare la notte del 25 Dicembre pensando al fatto che anche quest’anno il sole si sta preparando a raggiungere il suo apice verso l’estate, un percorso che passerà per la primavera: la vera rinascita della natura attraverso l’unione degli opposti. E, ancora oggi, come dall’inizio dei tempi, la forza vitale del sole (manifestazione della Coscienza cosmica dell’Essere divino, per chi ci crede) continuerà a vivificare l’esistenza di tutti gli esseri viventi, in modo che essi possano conseguire un giorno l’unione fra spirito e materia… anche attraverso le difficoltà e tutte le negatività della nostra dimensione terrena, nondimeno per mezzo dei miracoli di un’intera esistenza, come per primo quelli degli astri che ci danno la vita: «Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle» (Margherita Hack).
Il Natale è un momento di introspezione, è l’istante in cui ci si rivolge a Se Stessi per proteggersi da influenze negative. È un momento per contemplare e tutelare il seme della scintilla divina che ci appartiene dal profondo: quel seme che, una volta germogliato da noi stessi, diverrà un dono che l’umanità dovrà accudire secondo l’energia dell’empatia universale. Affrancandoci dalla cultura materialistica che ci seduce in quest’epoca, col Solstizio d’Inverno l’umanità, in conformità con la Natura, deve cercare di rimanere di nuovo connessa con l’Esseità divina: il respiro energetico con cui vibra l’intero cosmo… per ritrovare l’Unità, per svelare Se Stesso!
Fatale


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