lunedì 7 marzo 2016

Come devo meditare?



Una volta il mio maestro mi disse, sei tu il tuo maestro. Io ti cedo a te stesso perché tu ne abbia cura. Sii il primo dei tuoi allievi e l'ultimo degli insegnati.
La prima volta che gli chiesi come dovevo meditare, lui mi disse di stare seduto. quando gli chiesi come dovessi sedere, mi disse che non importava. Quando chiesi di nuovo a cosa dovessi pensare mi implorò di tacere.
Ora ho un paio di certezze, poche ma importanti.
Meditare non è un esercizio e soprattutto non è un mezzo.
Non conta la posizione e nemmeno il tempo e nemmeno il vestito o la musica di sottofo
ndo o la qualità dell'incenso che stai bruciando di fronte a te. Non serve l'incenso. Meditare non è un esercizio fisico. Non serve a rilassarsi o a raggiungere alcunché. Non servono posizioni o mantra o strani gesti con le mani.
E' tutto simpatico folclore, mi diceva lui, niente che serva per davvero. Lo puoi fare ovunque e comunque e non importa in quale posizione. Non importa se lo fai in un dojo, seduto in poltrona o in equilibrio sulla punta del pennone della bandiera. Non importa se ti siedi su uno zafu o su letto di spine o magari sul cesso. Non importa se sei a piedi nudi o vestito da cavaliere medievale. Non importa niente. Non ci sono regole. La meditazione non eiste, non è niente se non se stessa. La meditazione ha a che fare con quello che sei. non è fare, è essere. Osserva le pietre, mi diceva, meditano senza farlo. Sono esattamente ciò che sono, quindi meditano in continuazione. Ma tu, ripeteva ridendosela con la bocca sdentata, non sei una pietra e quindi non fare la pietra. Ecco, io adesso credo che la meditazione abbia decisamente a che vedere con il momento nel quale smetti di cercare di fare qualcosa o di essere qualcuno e ti lasci esistere e basta.
Per questo dico che non è un mezzo. Non è un allenamento per migliorare. La meditazione è il punto di arrivo stesso. Lui mi diceva, se siedi come un buddha ecco che sei un buddha. Ma come siede un Buddha? Chiedevo io e lui mi diceva: come un buddha, no? E scoppiava a ridere fino a farsi venire male alla pancia. Poi si ricomponeva e mi sdiceva: tu sei un Buddha, siediti secondo la tua natura. Queste battute e risposte potevano durare pomeriggi interi e mi lasciavano - soprattutto quando ero giovane - abbastanza  indispettito. Poi un giorno, dopo la solita domanda, scoppiai a ridere anche io così forte che non riuscivo a fermarmi. Ci guardavano come se fossimo due pazzi furiosi: il vecchio straccione sdentato e il suo amico pelato avevano dprobabilmentee perso il cervello .
Ecco, meditare è essere. Non devi cercare o provare o fare qualcosa. Non devi fare, devi essere e non devi essere nient'altro che quello che sei. Sei quello che devi essere, lo sei già e quindi non hai bisogno di cercare.

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