martedì 8 marzo 2016

Placa la mia mente


Una volta che mi vide seduto da solo sulla sponda del fiume, il mio maestro mi chiese perché fossi turbato. Sono i miei pensieri, padre, gli dissi. I miei pensieri mi turbano e mi impediscono di trovare la pace. Lui si sedette, vicino e mi chiese, come fanno i pensieri a turbarti?. Non mi danno pace, risposi. Un flusso continuo di parole e cose  e persone; ricordi di quello che ho fatto e che non ho fatto e di quello che avrei dovuto fare. Ricordi, rimorsi e rimpianti, gli dissi, che non riesco a fermare nè a controllare. Nascono da soli e mi entrano in testa e no riesco a lasciarli uscire. Che strano, sospirò sorridendo, io non riesco a vedere questi demoni che ti tormentano, sei sicuro che ci siano veramente? Mi voltai di scatto un po' seccato perché era normale che non li vedesse, parlavo di pensieri mica di cose che si possono vedere e sentire: i pesnieri esistono nella mia testa, gli dissi. Vuoi dire che sono dentro di te, fece lui.Si, nella mia testa. Come sono entrati la dentro? Chiese ancora. Maestro, mi stai punendo per qualcosa che ti ho detto, gli domandai preoccupato. No, tesoro mio, fece lui sorridendo, voglio solo aiutarti perché mi dici che qualcosa ti turba, dimmi cosa ti turba. I miei pensieri, risposi io. C'é un qualcosa di tuo che ti turba? Domando ancora. Si, risposi, i miei pensieri, maestro, non riesco a controllare i miei pensieri. Eppure sono tuoi, sorrise. Certo che sono miei, pensai che si stesse prendendo gioco di me; sono i miei pensieri, maestro.
Lui si fermò guardando la corrente del fiume poi disse, se sono tuoi, sono parte di te, giusto. Certo, risposi. Se sono parte di te, continuò lui, perché non li quieti? Il problema era quello; non ci risco, maestro, risposi, non ci riesco, come non controllo il mio cuore o non posso smettere di respirare, io non controllo la mia mente. Mi guardò e disse, i tuoi pensieri sono la tua mente. Non riuscirai a controllare niente di te stesso fin quando continuerai a vedere cose diverse dove non ce ne sono. non ci sono pensieri o mente o cuore o polmoni ma solo te stesso. Il vecchio Wibabu, come sai, rallenta il cuore fino quasi a fermarlo e tu stesso riesci a respirare solo una volta al minuto quando siedi in meditazione. Quando perdi di vista le differenze e le distinzioni, i confini tra questo e quello riesci ad avere il controllo. Finchè vedrai da una parte te e dall'altra la mente non riuscirai a controllare i tuoi pensieri, solo quando vedrai l'unità dove ora vedi differenze ci riuscirai.

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