venerdì 22 febbraio 2013
Come meditare - quarta parte
Tutto qui?
Beh, in linea di massima si.
Secondo alcune scuole la pratica coincide con la realizzazione. Se mediti sei. Se siedi come un buddha sei un buddha.
Tutto però dipende dal perché lo fai.
E se lo fai per raggiungere qualcosa, immancabilmente quel qualcosa ti sfuggirà tra le dita e sembrerà ogni volta più lontano. Finché smetterai di cercare, praticherai solamente ed ecco, per magia, che ti ci ritroverai dentro fin sopra i capelli.
Meditare è tornare ad essere ciò che sei.
Riscoprire il vero sé.
Quindi è un ritorno, non un viaggio.
Una riscoperta non un invenzione.
Ce l'hai dentro.
Non devi fare qualcosa, devi smettere di fare quello che fai in più.
Non 'porre' ma 'levare'.
Dopo aver praticato sui pensieri, ti accorgerai che i pensieri nion smetteranno di emergere ma non avranno più il sopravvento, non ti identificherai più con loro. Non sarai più i tuoi pensieri. Scoprirai che puoi non pensare, che i tuoi pensieri non sono quello che chiami te stesso.
C'é qualcosa oltre la mente ed ora che sei riuscito a fare chiarezza, a calmare le acque, puoi vedere agevolmente il fondo.
Tornerai a te stesso, ai tuoi veri occhi, alle tue vere orecchie.
Ora niente ti può disturbare perché non ti identifichi più in niente ed allo stesso tempo sai di essere tutto.
Non ti disturba la tua lingua in bocca finché non la vedi come altro da te ed allora ti identificherai con quel pensiero che produrrà fastidio e così via.
Se sei i tuoi pensieri, non sei tutto, sei limitato.
Se sei tutto, non sei i tuoi pensieri, sei assoluto, infinito.
In questo modo, siederai come sedeva il Buddha: consapevole di essere seduto.
E sarai anche consapevole della tua nuova consapevolezza.
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