Il Buddha disse che quando il monaco siede, è consapevole di essere seduto, solo seduto.
E' veramente seduto.
Nella sua testa non viene prodotto nessun pensiero, salvo la constatazione di essere seduto.
E' la meditazione di consapevolezza.
La prima che viene insegnata ma secondo me è l'essenziale.
Iniziare a praticarla non è facile. Ci vuole del tempo prima di raggiungere la vera concentrazione, prima di riuscire a fermare la mente. Prima di riuscire ad utilizzarla per quello che è.
Perché il problema è proprio la mente.
La mente è una scimmia che salta da un ramo all'altro.
E' talmente prepotente e potente da convincerci che sia lei ad essere la nostra vera natura. Che noi siamo mente.
Perché proprio non è così.
La mente è una nostra grande possibilità. Un nostro strumento, come le braccia, i genitali o lo sfintere anale. Ce ne possiamo servire per vivere o per rendere più piacevole la vita ma non sono noi.
La mente è la stessa cosa.
Anzi, peggio: la mente è il prodotto di un nostro organo, non è un organo del nostro corpo.
La mente è il prodotto dell'attività del nostro cervello.
Allo stesso modo in cui la cacca è il prodotto del nostro intestino.
Utile ma non siamo noi.
Dopo aver fermato la mente, a volte dopo molto tempo, ci si acdcorge invariabilmente che c'é qualcos'altro oltre il rumore dei pensieri.
Intanto che chi ha fermato la mente non è la mente.
Che chi prende i pensieri, li analizza e li mette da parte non è mente.
Che chi osserva la mente non è la mente.
Prima o poi, nella meditazione più profonda, o a volte, per brevi sprazzi, anche nei primissi tempi, ci si accorge che possiamo utilizzare coscientemente la mente come possiamo farlo con i nostri polmoni o qualsiasi altro dei nostri organi.
Alcuni maestri di yoga, ci riescono anche con il cuore: lo rallentano o lo accellerano a piacimento. Qualcuno riesce persino a fermarlo per brevissimi periodi.
Quando sarai riuscito a controllare la mente svilupperai consapevolezza.
Apprezzerai la realtà.
Le cose come sono.
Tu come sei.
Niente cambierà ma tutto sarà diverso.
E' un viaggio circolare dove tutto finisce dove era iniziato.
Il pesciolino cercava l'oceano e percorse miglia verso ovest per trovarlo. Chiese alla fine ad una tartaruga e quella rispose che c'era dentro, c'era nato e ci stava nuotando proprio ora. Lui se ne andò borbottando: "Che stupida! Questa è solo acqua, acqua e acqua!!"
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