giovedì 14 marzo 2013




Anche solo per dovere di cronaca, pubblico la biografia, appena pubblicata da Wikipedia, del nuovo pontefice romano, Francesco I.
Ho volutamente evitato ogni riferimento a certi suoi lati oscuri perché non del tutto verificati.
Un'unica cosa, a cui pensavo stamani: porta il nome di Francesco d'Assisi o di Francesco Saverio, Gesuita come lui?
Giovanni


Papa Francesco, (in latino: Franciscus), nato Jorge Mario Bergoglio ([ˈxorxe ˈmaɾjo βerˈɣoɣljo]) (Buenos Aires, 17 dicembre 1936), è dal 13 marzo 2013 il 266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice. Appartenente alla Compagnia di Gesù, è il primo pontefice di questo istituto religioso e il primo latinoamericano eletto al soglio di Pietro.
Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il bisnonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro), è il quarto dei cinque figli di Mario Jose, funzionario delle ferrovie, e di Regina Maria Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese.
 
 
Durante gli anni giovanili studia dapprima come perito chimico, lavorando per qualche anno e avendo una fidanzata. Decide poi di entrare nel seminario di Villa Devoto, ma l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.
Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell'Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per il completamento del dottorato. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
 
Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires, titolare di Auca. Riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l'imposizione delle mani del cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dal vescovo Emilio Ogñénovich e dall'arcivescovo Ubaldo Calabresi.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino.
Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina.
È inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del consiglio post sinodale.
È considerato uno dei candidati più in vista per l'elezione a pontefice nel conclave del 2005; secondo la ricostruzione del conclave raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, che avrebbe secondo il diario di un cardinale elettore, Bergoglio fu il cardinale più votato dopo Ratzinger  Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella curia romana, anche i cardinali che votarono per Carlo Maria Martini puntavano sul porporato argentino, che poteva contare sui voti di quasi tutti i cardinali provenienti dall'America latina.
Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger aumentano rispetto al primo, ma anche Bergoglio ottiene un numero di preferenze non trascurabile: i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancano pochissimi voti per essere eletto: diversi cardinali del blocco di Bergoglio, allo scrutinio successivo, si arrendono e danno a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione.

La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco. È il primo papa ad assumere tale nome, il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente americano (e dall'emisfero australe).
« Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. »
(Il primo messaggio pubblico di papa Francesco)

Nel suo primo discorso nelle vesti di vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice "buonasera", chiede di pregare per il vescovo emerito, Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la preghiera del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre. In seguito ricorda lo stretto legame tra il papa e la Chiesa di Roma «che presiede nella carità tutte le Chiese» con un riferimento implicito alle parole introduttive della lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia.Ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui, sottolineando questo momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante; impartisce poi la benedizione Urbi et Orbi.  Dopodiché, prima di congedarsi, ha nuovamente salutato i fedeli in piazza San Pietro, ringraziandoli per la loro accoglienza.
Ha impartito la benedizione senza l'abito corale preparato nella sacrestia della cappella Sistina dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini e previsto per l'occasione. Solo al momento della benedizione il nuovo pontefice ha indossato la stola, che poi ha subito tolto.

Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Francesco

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