martedì 5 marzo 2013

Spiritualità - quarta parte




La religione, quindi, non è l’unica possibilità.
La religione non ha il monopolio della vita spirituale, anche se tende, ed a volte sembra proprio anelare, ad averlo.
La religione, qualsiasi religione, non è l’unica strada che puoi seguire.
Spesso gli stessi anticlericali, gli stessi antagonisti delle chiese e delle religioni, rimangono interdetti quando dico che non è un ‘dentro o fuori’. Che non si tratta di essere cattolici o non essere niente. Sono le stesse chiese a farci credere quello. Ed il motivo è la tradizione.
Nella loro brama di assolutismo, hanno immaginato un mondo bicolore, dove o ci stai o non ci stai. Dove non starci una volta significava essere fatti fuori dalla vita vera e propria, poco tempo fa voleva dire  essere comunque fatti fuori dalla vita relazionale. Essere etichettati come i diversi o gli eccentrici. Oggi si tramuta in un’altrettanto inesatta ed inefficace etichetta di ‘ateo’. Tanto che molti, piuttosto che incollarsela sopra, preferiscono seguire comunque la tradizione.
Quanti di voi o dei vostri conoscenti è stato battezzato per reale fede dei vostri genitori? Un settanta per cento scarso?
Quanti di voi ha fatto comunione e cresima e matrimonio religioso, realmente convinto e consapevole di ciò che faceva? Un cinquanta per cento?
Quanti di voi si sono sposati in chiesa, hanno battezzato i propri figli e li hanno fatti passare a comunione e cresima, con relative cerimonie?
Quanti di quelli che lo hanno fatto sono realmente praticanti, si confessano e comunicano regolarmente, vanno a messa ogni domenica, praticano l’elemosina e l’obolo di San Pietro, oltre l’otto per mille, e  il digiuno e l’astinenza dalla carne quando comandato?
Quanti di questi, possono onestamente dire di credere esattamente in ogni cosa che c’è scritta sul catechismo della chiesa cattolica?
Non dico che non siamo brave persone, magari siamo bravissimi: onesti, buoni, rispettosi e generosi ma perché facciamo cose in cui non crediamo o non crediamo più?
Le percentuali, forse, sia abbassano un po’, ma sono replicabili per ognuna delle chiese o religioni organizzate tradizionali.
Le prescrizioni sono divenute tradizioni, modi di fare acquisiti che si seguono perché si è sempre fatto.
Di più: molti di noi si ostinano a definirsi cattolici o cristiani o quello che volete anche se sono in aperto dissidio con l’insegnamento della loro Chiesa.
Una delle professioni di fede più diffuse in questi anni è: “Io credo in qualcosa.”
Perché succede questo?
Perché nonostante tutto non riusciamo a liberarci?
Perché sembra così strano cambiare strada? Perché sembra più semplice essere atei?
Per colpa dell’abitudine, della tradizione e della storia.
Queste sono le armi principali delle religioni e non solo di quelle.
Il conformismo religioso è simile a quelli culturale, sociale e politico.
Chiedete ad uno statunitense perché vota uno dei due partiti, nove su dieci vi risponderà che lo facevano anche suo padre, suo nonno e così via, o semplicemente perché l’ha sempre fatto.
Succede la stessa cosa se chiedete ad un campione numeroso di persone, adolescenti o meno, il perché si veste in quel determinato modo o porta quella certa combinazione di colori: moda, tendenza, ‘lo fanno tutti’.
Sembrano ambiti lontani ma non lo sono. Il meccanismo è lo stesso. E le chiese, che sono organismi appositamente creati per gestire ed aumentare il consenso, lo sanno perfettamente. E sanno perfettamente come utilizzare questo meccanismo che nelle loro mani è un arma.

10 commenti:

  1. Il problema è proprio questo, quello cioè di "fare le cose tanto per..." ;i Sacramenti, intendo dire, io però conosco e ho conosciuto autentici credenti, sono stata fortunata.
    Ora mi sento di chiarire una cosa.
    C'è una ENORME differenza che differenzia le varie religioni (e invece sembra che tu metta tutto insieme e che uno valga l'altro) e parlo di quelle più importanti.
    Nello specifico, il Cristianesimo non si basa su delle "idee-regole-leggi..." (passami il temine) anche se vi sono "idee-regole-leggi...". Il Cristianesimo, a differenza di tutte le altre fedi religiose, si basa su una persona, morta, risorta e quindi viva, che è Gesù, e che in vita e in morte non ha fatto altro che parlare di amore e perdono. Non ha fatto che amare e perdonare al punto di lasciarci assolutamente liberi di sceglierlo o meno.
    ciao
    sinforosa castoro

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  2. Tutte le grandi religioni si badano su persone realmente vissute - almeno lo credono - che sono morte spesso violentemente e che hanno parlato di amore. Alcune di queste sono anche risorte - sempre secondo i credenti . Io condivido quanto dici, Cristo non ha mai obbligato nessuno a quanto ne sappiamo, le Chiese che gestiscono le religioni nate dalla sua predicazione lo hanno fatto eccome. Si chiamano dogmi e professioni di fede. Cristo era spirituale, la chiesa e' religiosa.
    Grazie per il commento, mi ha fatto piacere.
    Giovanni

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  3. Tu affermi che la Chiesa ha obbligato, obbliga...
    Sicuramente "uomini di chiesa", nel corso di duemiladodici anni, hanno commesso svariati errori (e di questo la Chiesa ha chiesto più volte perdono) e chissà quanti errori commetteranno ancora! perché essere uomini di chiesa non significa essere già dei santi ma semplicemente uomini; scusa, sai, ma forse sei tu che differenzi "chi sta dentro e chi sta fuori", tanto da pensare e "scandalizzarti" per gli errori "di chi sta dentro". Siamo uomini, solamente uomini, semplici carature e non Creatori, anche se con la grazia di Dio possiamo fare grandi cose (vedi i Santi).
    Grazie a Dio la Chiesa è sorretta dal Cristo che, come dicevo ieri, è vivo, oggi, operante, oggi, attraverso il suo Santo Spirito. La Chiesa l'ha voluta e creata Lui, e ha promesso che le "porte degli inferi non prevarranno mai su di essa" e le promesse, il Signore, le mantiene.
    È bello chiacchierare con te
    ciao
    e buona giornata
    sinforosa castoro

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  4. No scusa, io non parlo dei guai e degli errori connessi dai religiosi ma dell'essenza stessa della religione. Quello che voglio dire e' che le religioni so definiscono un un dogma, se non credi in quel dogma o in parte di quel dogma non puoi dire di appartenere a quella religione. Io preferisco la liberta' della ricerca spirituale all'appartenere ad una chiesa che mi impone di credere, ad esempio, alla reale presenza di Cristo nell'eucarestia, piuttosto che in un gatto o in una Ford grande Torino. E me lo impone nel senso che se non ci credi il tuo pensiero non e' considerato cristiano. A presto. Giovanni.

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  5. Converrai che una religione e' un insieme di credenze che la contraddistingue e la identifica. Un insieme codificato da qualcuno. Ecco io a questo contrappongo semplicemente l'assenza di un insieme codificato di crdenze. Compresa quella della risurrezione di Cristo.

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  6. Con tutto il rispetto verso le tue credenze e verso la fede di ciascuno qualunque sia la fede, la religione che professa o crede di professare, perché poi Dio è uno solo.
    Forse non mi sono spiegata bene. La fede cristiana si differenzia da tutte le altre, tutte, perché le altre, come dici bene tu, sono basate su "idee", "esercizi mentali" (passami il termine), regole, a volte rigidissime ecc. ecc.
    Il VERO cristiano non è certo colui che va a messa tutte le domeniche o che rispetta quelli che tu chiami i "dogmi", anche se queste realtà alimentano la fede del credente.
    Il cristiano autentico, quello che tu definisci colui che si sposa in chiesa perché crede profondamente che in quel sacramento c'è l'azione di Dio, colui che dona al figlio la possibilità di ricevere i sacramenti e via discorrendo, è un uomo, una donna che hanno fatto un incontro reale col Signore. Insomma il cristiano con la C maiuscola è un innamorato del Cristo, perché lo ha incontrato personalmente. Questo Cristo, ripeto, vivo e realmente presente e agente in questa Storia, con la S maiuscola, e nella storia personale di ciascuno e, credimi, quando lo si incontra la vita cambia radicalmente e non si cerca più altrove.
    sinforosa castoro

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    1. Non è vero che le altre sono basate su regole e basta, sono tutte basate su insegnamenti di amore, pace e unione con i loro differenti dei. Tutti sono "innamorati" del loro Dio, o del fondatore della loro religione, che sia Krishna, Buddha e così via.
      Perdonami, tu non solo sei libera di credere ma è una meraviglia che tu lo faccia così. Solo non lasciare che la tua fede profonda veda le altre fedi profonde come un gradino sotto. Per te Gesù è vivo, per un Mussulmano non lo è e così via. La tua fede non è meno profonda e vera della tua.
      Se hai trovato Cristo ed in lui la realtà ultima della vita, gioisco con te. Mi auguro che tu conceda agli altri di aver fatto altrettanto con la loro fede.
      Io, personalmente, onoro Cristo, me ne sono innamorato trent'anni fa, ma non credo che sia più vivo di mio padre che è defunto da dieci anni ed allo stesso modo mi è vicino.
      Pace.
      Giovanni

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  7. No, assolutamente no, non vedo le altre fedi su un gradino più in basso e, come dici tu, tutte predicano l'amore, la misericordia...
    Te l'ho detto, Dio è uno solo.
    Tuttavia, secondo me, sono necessari dei distinguo.
    I musulmani credono che ogni uomo nasca musulmano e quindi sperano, a volte "pretendono", che tutti si ritorni a essere musulmani.
    I buddisti, al contrario, credono che nessun uomo nasca buddista, ma lo può diventare, da qualunque fede arrivi, in ogni momento della loro vita, attraverso varie riflessioni, esercizi, metodiche ecc. e così raggiungere la divinità.
    I cristiani "non devono" raggiungere la divinità, perché è la "divinità" che raggiunge loro. È Gesù che per primo si piega verro l'uomo, non l'uomo che deve innalzarsi alla divinità.
    Ora non ti disturbo più, promesso.
    Buona scuola.
    sinforosa castoro

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  8. Non mi disturbi.
    Quello che dici su Cristo potrebbe essere detto sul Buddha, su Keishna, su Rama ed anche su Mitra, che peraltro assomiglia molto a Cristo stesso. Per i musulmani quello che dici sul figlio di Dio e' pura bestemmia. Io sono convinto che tutto sia uno e che le parole Dio e figlio di Dio siano solo etichette.

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  9. Nessuno deve raggiungere la divinità perché facendolo si allontana. Ai buddisti non importa nulla che tutti lo diventino, basta che stiano meglio. La stessa cosa penso io. In più il buddha non e' una divinità. E il buddha per esempio ha detto le stesse cose di Cristo molti anni prima, come tanti altri. E molti dopo di loro. Nessuno migliore, nessuno divino secondo me.
    Pace sinforosa.
    Giovanni

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Grazie per il tuo commento, é prezioso per me.