giovedì 7 marzo 2013

Spiritualità - quinta parte



Le religioni, quindi, non sono quindi l’unico modo di estrinsecare ed applicare la spiritualità. Anzi, probabilmente, le religioni sono il modo meno profondo e più vicino all’errore. Forse sono proprio il modo più banale e semplificato per avvicinarsi alla spiritualità.
Se la spiritualità è ricerca , le religioni equivalgono ad accontentarsi  di una delle possibili risposte. Ovvio: per le religioni, quella non è una delle possibili soluzioni ma l’unica possibile. L’unica vera. E facendo questo tacciono sulla loro vera storia che parla di continui aggiustamenti di quella verità durante il lento scorrere dei secoli. Le eresie di ieri sono i dogmi di oggi ed allo stesso tempo è vero il contrario. Il tutto sempre, affermato sotto il rigido corsetto del dogma e della verità di fede.
Le religioni si basano su questo principio di autorità.
L’autorità di Cristo, piuttosto che quella di Maometto o del Buddha; ma oltre a loro anche quella del Papa, piuttosto che del mullah o dell’ayatollah o del Lama che si preferisce.
Il tutto in un crescendo di rigidezza e pretesa di immutabilità.
Laddove la spiritualità si fa domande, la religione impone risposte.
Quindi la spiritualità è ciò che sta alla base della religione.
La spiritualità è il pavimento su cui si basano chiese, sinagoghe, moschee e templi vari.
La spiritualità è la ricerca della verità.
Su questa base si può costruire.
Non dico di rinunciare alla religione, casomai di abbandonare le chiese.
Tutte le chiese organizzate.
E’ un sacrificio, lo so. Si tratta di lasciare un paesaggio amico e sicuro per avventurarsi in una terra di nessuno, completamente esposti a tutti i pericoli che ci possiamo immaginare.
Le religioni sono comunque un tesoro. Un tesoro di tradizioni e ‘tentativi di risposta’.
Si tratta di togliere il folclore e la tradizione. Di spogliarle di tutto ciò che è superfluo. Di tenere le buone idee e lasciar perdere quello che ci sembra inutile. Una buona volta confidando solo sul nostro giudizio.
Sembra eccessivo?
No, non credo proprio.
La strada è tua. Sei tu che la devi percorrere. Sei tu che, al limite, rischi di perderti.
Non esiste nessuna traccia da seguire salvo quelle che sceglierai tu.




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