lunedì 30 settembre 2013




Volevo parlare di quello che ha detto Barilla e soprattutto dell'effetto che hanno avuto le sue dichiarazione.

Premessa:
Sono convinto che tutti abbiano diritto alle proprie opinioni.
Sono anche convinto che tutti abbiano diritto a manifestarle in pubblico.
Non sono però convinto che chi ascolta non abbia diritto a contestarle.
Questo vale anche per me.
Io manifesto le mie opinioni in pubblico proprio perché voglio confrontarmi con quelle degli altri.
Se durante un'intervista ti lasci scappare delle osservazioni o opinioni personali che si scontrano con le convinzioni degli altri questi hanno di nuovo diritto a manifestare il proprio dissenso.
Ovviamentre il diritto di replica è all'infinito.

Succo:
Sei quindi libero di dire ciò che pensi solo se riconosci agli altri il pari diritto di contestarti pubblicamente.
Oltretutto, nel caso che ciò che dici vada contro a certi valori o diritti riconosciuti a tutti i cittadini dalla legge o manca di rispetto a chi ha un opinione diversa dalla tua, la contestazione potrebbe riguardare persino la legge, credo.
Mi spiego, un conto è dire che la marmellata di mele mi fa schifo, un altro conto è dire che chi la mangia è un deficiente, o che non sa mangiare.
Oppure è ovvio che, se uno che produce la marmellata dice che la sua pubblicità è diretta solo a chi ha i capelli biondi (o  a chi guarda solo film di guerra) e che per questo motivo produrra solo filmati di biondi davanti ad un film di guerra con la bocca sporca di marmellata, in qualche modo da' un giudizio sull'aspetto ed i gusti degli altri.
Ovvio che in un caso di questo tipo, la maggior parte della gente ci farebbe solo una risata su e l'imprenditore in oggetto si punirebbe da solo perché i castani amanti dei film comici e simili passerebbero a consumare altro a colazione.
In quel caso nessuno si sarebbe occupato della notizia.
Il signor Barilla,  invece, l'opinione l'ha espressa sulla famiglia e questo è uno dei problemi caldi della nostra società in cambiamento.
Quello che ha detto la sapete.
Personalmente credo che il clamore suscitato sia comunque troppo e che il miglior modo di rispondere ad un imprenditore tanto avventato da rischiare di ridurre il proprio bacino di possibili clienti è semplicemente scegleiere un'altra marca. Come per tutto.
Sono anni che molti non consumano prodotti Nestlé per i modi neocolonialisti (veri o presunti) che utilizza nei confronti dei produttori del terzo mondo.
Sono abbastanza vecchio da ricordare come fino a non moltissimi anni fa fosse raro vedere in televisione o al cinema una famiglia con genitori single o divorziati e risposati; nelle pubblicità era completamente impossibile. Oggi è assai più frequente, quasi normale. Confido che anche per le coppie omosessuali sia in atto lo stesso processo.
Presto anche gli imprenditori ultraconservatori dovranno mettersi al passo con i cambiamenti della società, per non rischiare di perdere il treno.

Conclusione
Ma questo blog tratta di spiritualità e quindi voglio concludere con una riflessione.
Io non credo all'esistenza di un Dio come quello che viene venerato dalle religioni di discendenza abramitica.
In pratica non credo ad un Dio personificato.
Credo sia un'espediente che può essere stato utile per avvicinare l'uomo a Dio ma che oggi sia un qualcosa di totalmente superato, come la fisica classica in confronto a quella quantistica.
Però, immaginiamo che esista davvero quel tipo di Dio:
cosa volete che gliene importi dei vostri gusti in fatto di cibo, bevande, moda o rapporti sessuali.
E' antico, saggio, sconfinato ed ogni potente.
Di fronte a lui sei comre un neonato in braccio a matusalemme.
Ecco, non credo nemmeno che a Dio gliene importi davvero se credete in lui o meno.
Forse non gli importa nemmeno se seguite i suoi consigli o meno ché  il male vi si ritorce sempre e comunque contro, già nella vita terrena.
Se non importa a Dio, cosa state a preoccuparvene voi, che siete così piccoli e limitati.
Imparate il suo esempio e non giudicate il fratello.
Soprattutto non fatelo in nome suo.



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